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Ricordando Delors, viaggio con sei personaggi in cerca di Europa

 
Umberto Sulpasso

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Umberto Sulpasso

Ricordando Delors, viaggio con sei personaggi in cerca di Europa

Oggi che si commemora Jacques Delors il dibattito italiano su Mes Sì o Mes No dimostra la quasi mancanza di ispirazione internazionale dei politici italiani

Sabato 30 Dicembre 2023, 15:43

Oggi che si commemora Jacques Delors, il dibattito italiano su Mes Sì o Mes No, dimostra la quasi mancanza di ispirazione internazionale dei politici italiani.

Per fare omaggio al più grande Presidente di commissione di sempre - seguito a ruota da Prodi, che purtroppo non era socialista – bisogna ricordare che quando Mitterrand chiese a Jacques Delors di fare il Primo Ministro, questi avrebbe accettato se avesse potuto continuare a fare il ministro delle finanze. Qui c’è un principio che i sostenitori del Mes Sì o del Mes No, fingono di ignorare: l’Europa ha bisogno di una finanza solida. È l’unica arma che possiede per non essere frantumata dai blocchi militari opposti. E lo prova la scarsa credibilità politica dell’attuale Presidente, che avendo avuto la fortuna di essere eletta dopo una pseudo inesistenza lussemburghese (si noti che il Lussemburgo è l’unica nazione ad aver avuto 3 presidenti), è riuscita ad affondare l’Europa nel totale grigiume di una politica estera senza la benché minima ispirazione.

Che il collegamento con gli USA sia naturale e fondamentale, sarebbe ingiusto non considerarlo, ma che un appiattimento totale su una politica anti-Russia non sia nella corretta ispirazione europea è fattore di cui la attuale Presidente ha dimostrato di non capire e di cui è colpevole.

La Russia fa parte dell’Europa, non solo per motivi geografici ma anche per solidissimi motivi culturali. La Russia è e sarà Europa. È su queste basi che la Russia va trattata. Su quella di De Gaulle, di Mitterrand. E su che basi l’Europa può esistere? Delors, socialista, insegna, su basi ovvie di saldi conti finanziari.

Ma la scomparsa di Delors dimostra che purtroppo i politici italiani hanno una totale indifferenza ai problemi internazionali. Lo dimostrano due fatti: il primo è che il 2024 è l’anno in cui metà popolazione del pianeta andrà alle urne. Aprirà «le danze» Taiwan il 13 gennaio, le chiuderanno il 5 novembre gli USA. Nell’intervallo andranno alle urne Messico, Bangladesh, una decina di stati africani Russia, India e naturalmente Europa. Il mondo potrebbe cambiare radicalmente, ma nessun politico italiano ne parla. Di che si discute? Mes Sì, Mes No.

Il secondo fatto è il modo in cui i politici che si sono sfidati sul Mes sono riusciti brillantemente a confondere i cittadini sul suo significato. Se Paolo Pagliaro, il bravissimo giornalista che chiude i programmi di «8 e mezzo» dell’altrettanto bravissima Gruber facesse una delle sue intelligenti indagini su come la pensano gli italiani sul Mes – è un favore personale che se lo conoscessi gli chiederei di fare - scoprirebbe certamente che il 99,99 % non ha idea di che si tratta, ma tutti si schierano per il sì o per il no. Ma su che basi lo fanno?

Lo fanno sulla base di una kermesse dei pre-giudizi basata su un solido errore comune: per i politici italiani l’Europa è al nostro servizio e non siamo noi al servizio dell’Europa. Approccio ridicolo, l’Italia senza Europa è una barchetta in mezzo al mare. E qui il riferimento a Delors fa soffrire, il politico che ha rinunciato ad essere il successore di Mitterrand per dedicarsi all’Europa.

E allora proviamo a ricordare ai politici attuali i nomi di sei grandi personaggi che hanno fatto l’Europa.

Alcide de Gasperi, Altiero Spinelli, Jean Monnet, Robert Schuman, Konrad Adenauer e Paul-Henri Spaak, ai quali aggiungerei Mitterand per il ruolo nella unificazione della Germania. E l’Italia attuale? Se Luigi Pirandello potesse riscrivere il suo capolavoro della inquietudine - sei personaggi in cerca d’autore - (anticipando il manuale di ogni inquietudine il Livro do Desassossego di Pessoa) il dibattito sul Mes gli darebbe ampia materia per il suo testo. Basato sulla inquietudine da pre-giudizi MES. Eccoli i sei personaggi in cerca di autore.

Conte, il Padre di tutti i pre-giudizi , lo vota da Presidente poi vota contro da Deputato. Meloni, La Madre di tutti i pre-giudizi, agita fax, vuole fare l’europeista, ma cede alle nostalgie anti-europeiste. Ha paura che Salvini le rubi la scena. Ma se la conquisti da europeista. Giorgetti, il figliastro, vorrebbe votare il Mes, ma mal gliene incoglierebbe. Salvini, il figlio, come tutti i parricidi se non avesse un padre da uccidere non esisterebbe. Tajani, il Giovinetto, gli piacerebbe dettare la politica pro Europa, ma gli manca Silvio Schlein, la bambina, dovrebbe essere leader a sinistra. Si farà? Mes amis, votate Mes, non scherziamo col fuoco.

L’Europa attende. In attesa di politici del lignaggio di Delors celebriamo Sofia Corradi. Un nome ai più sconosciuto. Una donna eccezionale, di cui ignoravo l’esistenza fino a quando una operatrice di Tor Vergata non me ne ha dato informazione. È lei la straordinaria creatrice del programma Erasmus. La chiamano mamma di Erasmus, 3 milioni di figli fino a questo momento. Giorgia, Matteo. Datevi una regolata. Non è mai troppo tardi.

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