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Dall’India agli Usa la nuova via della Seta basata sul sapere

 
Umberto Sulpasso

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Umberto Sulpasso

Dall’India agli Usa la nuova via della Seta basata sul sapere

L’India è il paese al mondo con la più grande e antica produzione di sapere, privilegio che condivide con la Santa Grecia, Madre di tutto l’occidente che ama il sapere, la cui lingua dovrebbe essere insegnata in Italia dalla prima elementare

Mercoledì 09 Agosto 2023, 13:30

Se non fosse che per un economista digitale italiano è più facile essere ricevuto ed ascoltato, ed eventualmente utilizzato, dal vice chairman della quinta potenza economica piuttosto che ricevuto dal segretario di un sotto segretario qualsiasi del governo italiano, la nostra Premier, mi scusi il femminile, ma nel caso specifico è un riconoscimento, avrebbe potuto fare una bella figura con il Presidente Biden in una materia così sensibile attualmente per il governo americano come quello della Nuova Via della Seta alternativa a quella cinese.

- Ma Presidente, - avrebbe potuto dire la Premier nel suo ad onor del vero, qualificato inglese - guardi che l’alternativa al BRI (la nuova via della seta cinese) c’è e l’ha inventata un Italiano, e sono mesi che le università indiane insieme a quelle californiane organizzano grandi convegni sul tema! - Dont tell me- - e glielo dico sì, basta leggere con attenzione «La Gazzetta del Mezzogiorno» per sapere tutto sulla nuova via della seta. Anzi siccome il 26 ottobre c’è proprio un convegno sul tema organizzato a New Delhi dalle università indiane e quella californiana presso la quale lavora questo collaboratore della Gazzetta del Mezzogiorno, faremo in modo di farla invitare.

L’attacco di quest’articolo è un po’ scherzoso, per rinfrescare almeno la mente in queste terribili calure estive, ma la realtà, cara Giorgia, è proprio questa. Se le strutture politiche italiane al governo o all’opposizione fossero un tantino meno chiuse in se stesse e leggessero di più questo giornale, tu avresti potuto fare una figura eccezionale col Presidente Biden, perché la realtà è proprio quella, la nuova via della seta alternativa a BRI cinese, è stata inventate proprio da chi scrive questo articolo, come è provato dai convegni e conferenze California india, il prossimo appunto il 26 Ottobre.

Ma a tutto c’è rimedio, come diceva il saggio, necessariamente d’altri tempi perché di saggi in questa epoca sembra ne siano rimasti pochini. E allora vista la pressante richiesta del Presidente Biden sono certo possiamo rimediare. Come? Anzitutto facendo un punto sul problema ad uso dei lettori che tu, donna intelligente, apprezzerai.

BRI, Belt and Road initiative, Nuova Via della Seta targata Cina è una iniziativa spettacolare del Presidente cinese, Xi Jinping che dire geniale è dir poco. Vi partecipano decine di stati asiatici, africani e anche l’Italia. E l’obiettivo, in soldoni, è creare un sistema integrato di infrastrutture fisiche ove far circolare molto più rapidamente merci per e da la Cina. I soldi, pacchi di dollari, ma proprio tanti, li mette la Cina. E sono tanti che ovviamente il Presidente cinese ha dovuto richieder una aggiornamento della costituzione – prassi generalizzata ormai ovunque - per rimanere un po’ più – per sempre - in carica. Il tempo di far fruttare quei mililardi di miliardi di dollari.

Ero a Delhi quando Lavrov, ministro degli esteri russo, presentò il progetto alla fondazione più politicamente rilevane del governo indiano. A quella cinquantina di invitati, fra i quali avevo la fortuna di essere io, il ministro russo suggerì all’India di essere parte del progetto anche se sapeva già che la risposta sarebbe stata negativa. Lavrov mi fece una eccellente impressione, chiaro, preciso, assai poco demagogico anche se la sua venuta aveva un po’ spaventato il mio autista. Sir, mi chiese il mio autista e amico Arun, che ci fa tutta questa gente con le mitragliatrici spianate per gli ultimi 500 metri? Ci proteggono, Arun. Siamo temuti ed importanti. Il mio amico mi guardò perplesso: si vedeva che la mia risposta non lo aveva convinto.

Fu esattamente a seguito di quella conferenza che pensai e proposi una alternativa Indiana al BRI che presentai alla Fondazione indiana di cui sopra e che ora università americane e indiane fortemente sostengono e a cui mi piacerebbe coinvolgere l’Italia. la rivista di quella fondazione, «National Security Magazine» la lanciò ospitando due miei articoli in materia in chiave di sicurezza nazionale.

L’India è il paese al mondo con la più grande e antica produzione di sapere, privilegio che condivide con la Santa Grecia, Madre di tutto l’occidente che ama il sapere, la cui lingua dovrebbe essere insegnata in Italia dalla prima elementare. Cultura e tradizione hanno fatto si che l’India sia il Paese che ha accettato e promosso la mia idea di calcolare il primo PIL Sapere al mondo. Quello che in Italia non sono in grado di comunicare neppure al segretario di un sottosegretario qualsiasi (meno che mai all’ISTAT ovviamente). Ma l’India è anche il paese che ha il Bangalore, una specie di Silicon Valley. Di quelle vere, con decine di migliaia di lavoratori, centinai di software house etc. E allora la mia proposta, fatta propria dall’Università di California dove lavoro, e da numerose università indiane che hanno lanciato il Pil Sapere, è stata quella di creare una Via della Seta basata sul sapere che sia un ponte fra il Bangalore e la Silicon Valley!! . È garantito, che il ponte ci sarà.

È di questo, cara Georgia, che avresti potuto parlare con il Presidente Biden facendo un figurone..

- Presidente Biden, l’alternativa al BRI l’abbiamo già inventata noi. Basta leggere la Gazzetta del Mezzogiorno. Si chiama New KNOWLEDGE Silk Road based on GDKP.

Via della seta. Basata sul sapere. E la California con il Bangalore lo promuovono. E il 26 ottobre c’è un grande convegno.

Nella nuova Via della Seta auspicata da Biden, l’Italia potrebbe giocare un ruolo eccezionale se….il ministro degli Esteri e dell’economia mi ascoltassero. Pensaci tu, Giorgia. A tuo titolo di merito andrebbe anche il fatto che il Governatore della Puglia ha presentato il progetto alla Schlein, ma non ha avuto risposta. Occupata? Per lei irrilevante? A Vogue l’ardua sentenza.

Cara Giorgia, la via della seta basata sul sapere è un potenziale colossale progetto Business Culturale in cui sarebbe magnifico se l’Italia, avendo inventato il concetto, avesse un ruolo operativo diretto. E la Puglia potrebbe essere centrale se...

Che dice, illustre Presidente, mi invita a parlarne direttamente con lei in un dibattito sulla «Gazetta del Mezzogiorno» che per primo, in Italia ha presentato il tema? Marco Polo. Rinascimento! Chi se non l’Italia?

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