Sabato 06 Settembre 2025 | 11:40

Nessuno scandalo: tra Meloni e Calenda dialogo patriottico

 
Piero Liuzzi

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Piero Liuzzi

Nessuno scandalo: tra Meloni e Calenda dialogo patriottico

Siamo certi, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Forza Italia e Lega abbiano smaltito il knock out del 25 Settembre e siano all’opera per il governo del Paese?

Martedì 06 Dicembre 2022, 13:56

Rumors, retropensieri, quasi scandalo per l’incontro tra Giorgia Meloni e l’aggregato Azione-Italia Viva, rappresentato da Carlo Calenda. Le cronache ne hanno detto diffusamente.

Meraviglia? Sorpresa?

A ben vedere non c’è ragione. Se dialogo con l’opposizione deve esserci, difficile cominciare dal Pd perduto nella sua onfaloscopia con la ridda di candidati, quasi-candidati, candidati in pectore, etc. Tra l’altro, il Pd nell’ossessiva osservazione del suo ombelico non sembra avere molta voglia di occuparsi di quanto accade nel paese. Il congresso prima di tutto! Il Paese può attendere.

Anche Giuseppe Conte non sembra avere in agenda altro che la sua competizione con il Pd. Quanto a Lega e Forza Italia il dialogo è quotidiano. Il Consiglio dei Ministri serve a questo.

Ma c’è un «ma».

Siamo certi, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Forza Italia e Lega abbiano smaltito il knock out del 25 Settembre e siano all’opera per il governo del Paese? È legittimo interrogarsi se il chiodo fisso di Salvini e Berlusconi non sia ancora lei, la Signora della Garbatella, se la loro ossessione non sia ancora regolare i conti con l’usurpatrice, il Tamerlano che ha razziato i pingui pascoli elettorali forzitalioti; il Gengis Khan che ha messo a ferro e fuoco gli opimi accampamenti leghisti. In realtà, Meloni il colpo più duro non l’ha inferto a un’opposizione che, per la sola scelta di andare in ordine sparso al voto, aveva già messo nel conto la sconfitta. Incassare nelle urne molto più del doppio della somma degli alleati non è una carezza.

I segni del gancio sul volto di Berlusconi e del montante su quello di Salvini sono ancora ben visibili. Il primo ha persino ripescato il milione di posti di lavoro e le pensioni a mille euro mentre il secondo pensa che giocare ai porti chiusi serva ancora a qualcosa. Tra l’altro i sondaggi, per quel che valgono, attestano che le sceneggiate in occasione dell’elezione di Ignazio La Russa, le esternazioni no limits, chiacchiere su rave, matrimoni con bonus e altre quisquilie non pagano. Anzi!

Questo rende la convalescenza di Lega e Forza Italia più lenta e incerta. Meloni però non può attendere la guarigione dei suoi compagni di viaggio. L’esito elettorale ha posto su di lei un carico di aspettative che sarebbe fatale deludere. Nessuna meraviglia quindi che interloquisca con l’unica forza politica che non vive il risultato elettorale come psicodramma. Calenda e Renzi sanno che il tempo smisurato dell’elucubrazione piddina lavora per loro e così pure i vaniloqui pentastellisti. Hanno quindi l’agio per occuparsi del Paese.

Tutto sommato una chiacchierata, per così dire, patriottica, pur nella distinzione dei ruoli, tra persone che cercano di tirare fuori il Paese dai guai dovrebbe essere rassicurante.

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