Inflazione, rincari e costo della vita: in Puglia aumenta il ricorso al credito, con l’effetto di accrescere lo stock di debito pro-capite da rimborsare.
A livello nazionale, addirittura, un italiano su cinque ha più di quattro debiti. Non solo. Il 50% degli italiani indebitati ha un passivo medio fino a 20mila euro, il 20% supera i 30mila, l’8,5% ha debiti per oltre 50mila euro. È quanto emerge dal primo osservatorio sull’indebitamento di «Bravo» (una società che, da oltre 14 anni e 450mila clienti aiutati in 6 Paesi, opera nell’ambito della gestione e liquidazione dei debiti privati) che ha analizzato la situazione dell’indebitamento in Italia.
Negli ultimi cinque anni il senso di incertezza e paura di coloro che non rinunciano alla liquidità e neanche alle spese hanno fatto volare un po’ ovunque i prestiti con un aumento complessivo dei finanziamenti personali e per i beni di consumo di 3,1 miliardi (+1,2%) da 253,6 miliardi a 256,7 miliardi: tale incremento ha riguardato ampiamente la componente dei prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi per 21,1 miliardi (+22,2%), e ha più che controbilanciato la riduzione registrata sul versante dei prestiti finalizzati a spese personali, diminuiti di 17,9 miliardi (-11,3%) nello stesso arco temporale.
Analizzando il campione intervistato da «Bravo» (membro della community Fintech District e fornitore di consulenza finanziaria ai cittadini per aiutarli a liquidare i debiti generati da prestiti al consumo, carte di credito, prestiti senza garanzia e crediti commerciali richiesti a titolo personale) su base geografica, le regioni settentrionali evidenziano una maggiore presenza di persone indebitate (il 43,6% del totale nazionale) rispetto a quelle centrali (22,3%) e meridionali (34,1%), che si spiega con la presenza di redditi mediamente più elevati e di più opportunità di lavoro stabile in queste regioni rispetto al resto d’Italia, con una conseguente maggiore facilità di accesso al credito.
Per quanto riguarda la regione Puglia nel 2021 la percentuale di persone indebitate sul totale della popolazione era 9,8%, nel 2022 41,96% e nel 2023 48,22%.
Per quanto riguarda invece la regione Basilicata, nel 2021 la percentuale di persone indebitate sul totale della popolazione era del 8,40%, nel 2022 del 52,94% e nel 2023 del 38,66%.
Questa analisi è stata condotta nel periodo di tempo che va dal 2021 alla fine del 2023.
«Nel 2023 il debito medio a persona è stato pari a circa 25.500 euro, in crescita del 6,6% rispetto all’anno precedente. L’inflazione e il caro vita hanno aumentato le difficoltà finanziarie degli italiani: a indebitarsi sono in prevalenza over 40 residenti al nord con un lavoro stabile, perché hanno tutte le condizioni che consentono di accedere al credito», spiega Daniel Martinez, responsabile di «Bravo» in Italia. «Nell’ottica di prevenire situazioni di indebitamento, è importante acquisire competenze di finanza personale, informarsi sulle condizioni di richiesta di prestiti e prodotti finanziari, porsi obiettivi di risparmio costanti e raggiungibili, pianificare con precisione le proprie spese sulla base delle entrate e delle uscite mensili».
Ma qual è l’«identikit» del debitore medio che contrai più debiti in Puglia e Basilicata?
Dai dati dell’Osservatorio emerge che è ha più di 40 anni e assunto a tempo indeterminato. Non solo. Lo stesso ha evidenziato alcune tendenze significative rispetto al tema dell’indebitamento, tracciando una panoramica della situazione in Italia. Due terzi dei debitori sono uomini, il 57% ha un’età compresa tra 40 e 59 anni, ma nell’ultimo anno c’è stato anche un incremento del 3-4% di soggetti tra i 30 e i 39 anni, che rappresentano il 17,3% del totale.
La grande maggioranza ha un lavoro stabile, a dimostrazione di come l’indebitamento sia un fenomeno trasversale e non limitato alle categorie più fragili. Il 69,7% ha un contratto a tempo indeterminato, prevalentemente come impiegati in attività commerciali e nei servizi (39%), seguiti da artigiani e operai specializzati (17,2%) e da lavoratori con mansioni da ufficio (14%). Il 14,7% è in pensione, solo il 5% è disoccupato.