Quando la creatività cerca di dirci qualcosa di significativo, si è di fronte all’intuizione, che può aprire un varco all’energia universale che gli artisti di tutti i tempi esprimono attraverso la rappresentazione della luce. A parlarci dei suoi progetti e di questa componente fondamentale della sua arte è il maestro Carlo Fusca che a fine maggio presenterà una mostra a Bari dal titolo «Le seduzioni della pittura nella nuova maniera italiana» alla galleria di nuova apertura Kalòs International Art Gallery, fondata dall’imprenditore Antonio Baldassarre e dallo spagnolo Enrique Almestre.
Quali sono le caratteristiche di questa nuova produzione?
«Nella concezione della mia “nuova maniera” l’artista è una sorta di cavaliere, a cui si affida il compito di non dimenticare la grande memoria della nostra tradizione, quella che ci ha resi unici nel mondo, e che può essere rappresentata dall’immagine seminascosta di Caravaggio, che regge la bandiera dell’arte, con Mattia Preti, che ha il compito di attraversare i secoli con i suoi insegnamenti. Credo che in questo momento storico sia riemerso un forte interesse verso l’arte classica, come testimoniano i vari eventi e convegni nel mondo.»
Quanto è importante la luce nella sua pittura?
«La luce è tutto. È ciò che dà forma ai corpi. Caravaggio venne accusato di utilizzarla a suo vantaggio per impressionare nei suoi dipinti. Egli lo ammise, dichiarando però che la luce è energia da cui tutto dipende. Io sono d’accordo. Non finirò mai di rileggere quel meraviglioso libro che ha scritto il fisico Capra, Il Tao della fisica. Siamo in un’era in cui finalmente ciò che era soltanto ambito di filosofia e spiritualità oggi stiamo riuscendo a spiegarlo con la scienza. Penso che l’arte debba fare parte di questo universale e importante processo».
Durante la sua carriera artistica lei ha vissuto a Roma, Milano e Venezia. Cosa ha lasciato un’impronta sul suo percorso?
«Sicuramente gli anni romani sono stati i più belli. Venezia è stata fondamentale per la mia carriera da docente».
Cosa è cambiato da quando, bambino, vide per la prima volta un quadro di Caravaggio?
«Da giovane sicuramente ero molto attento alla tecnica. Oggi sono un artista maturo e indipendente, e sento di aver compreso che devo fare ciò che sento, seguendo la mia inclinazione, La libertà è fondamentale.»















