Sabato 06 Settembre 2025 | 20:43

Puglia, parla la virologa: «Il virus circola la tregua estiva non è scontata»

 
G. Flavio Campanella

Reporter:

G. Flavio Campanella

«Il virus circola la tregua estiva non è scontata»

La virologa dell'Università di Bari Maria Chironna

Mercoledì 05 Maggio 2021, 08:28

14:06

Bari - «Il virus è clinicamente morto». L’affermazione di circa un anno fa, smentita clamorosamente dai fatti, ritorna sotto altre spoglie proprio nel momento in cui si sospetta in Puglia la presenza della variante indiana. Maria Chironna non è in prima linea nell’unità operativa di emergenza e urgenza («cari signori giornalisti - ha postato qualche giorno fa Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele di Milano - il Pronto soccorso dell’ospedale è vuoto»), ma conosce le dinamiche epidemiologiche come igienista del Policlinico e coordinatrice della rete regionale dei laboratori che si occupano di testing di Sars-CoV-2 (processano i tamponi) e di sequenziamento (verificano se ci sono nuove varianti).

Professoressa, in risposta al suo collega milanese, ha parlato di déjà vu imperdonabile. Nella situazione attuale, è sufficiente una pressione ridotta sugli ospedali per dire che il virus stia sparendo?
«Credo che questa pandemia ci abbia insegnato, tra le tante cose, che la prudenza è la cifra necessaria per poter affrontare l’emergenza. Perciò, ancora una volta, di fronte ad uno scenario epidemiologico completamente diverso da quello dello scorso anno, con numeri molto diversi, non si può riproporre lo stesso entusiastico messaggio. Il virus è vivo e vegeto e sa come riproporsi sulla scena. Da noi, pur in presenza di una flessione dei contagi, la regione rimane in arancione a causa di una situazione ancora critica. Cosa succederà in futuro dipenderà da molti fattori: stagione estiva alle porte, campagna vaccinale in pieno svolgimento, attività produttive, commerciali ed economiche in ripartenza, circolazione di varianti virali. Questo mix determinerà cosa succederà. Probabilmente ci sarà una circolazione endemica del virus con l’auspicio di poter tirare un sospiro di sollievo in estate. Ma non è scontato. Sappiamo molte cose del Sars-CoV-2, ma, certamente, la circolazione delle varianti potrebbe disegnare un panorama differente. Il virus muta a prescindere, perché è insita nella sua natura questa capacità. Se poi lo si fa circolare più liberamente in presenza di una quota ancora molto rilevante di soggetti suscettibili, soprattutto delle fasce d’età più giovani, le probabilità di ritrovarsi in una situazione critica potrebbero aumentare».

La variante inglese a quanto pare è più aggressiva, e quindi anche più letale. La variante brasiliana, oltre a essere molto contagiosa, sembra riuscire a sfuggire parzialmente alla neutralizzazione degli anticorpi e quindi del vaccino. La variante indiana appare ancor più pericolosa. La sensazione è che sconfiggere il virus sia un’operazione molto lunga e complessa. Ma come e quando sarà possibile contenerlo a tal punto da poter ritornare, se non a una vita normale, a svolgere almeno le attività necessarie?
«La circolazione di più varianti è già una realtà. Starà a noi, ai nostri comportamenti, decidere quanto farle circolare ed eventualmente mettere a rischio la faticosa riapertura, che è la prospettiva delle prossime settimane. Credo che sia nell’interesse di tutti evitare di tornare indietro. E le misure di contenimento le conosciamo. Ci vorrà ancora del tempo per tornare a una piena normalità. Comprendo l’impazienza e l’insofferenza della gente verso le limitazioni di alcune libertà, ma è il prezzo da pagare per salvaguardare la salute collettiva. Dovremo poi vaccinare la gran parte della popolazione e, probabilmente, dovremo rifarlo con vaccini aggiornati a causa delle varianti per poter ridurre il rischio di malattia».

Il Governo ha parlato di irreversibilità delle progressive riaperture, perché il Paese altrimenti non reggerebbe. Tenuto conto che però il virus è una variabile decisiva, è stata sancita la prevalenza dell’economia sulla salute?
«La scelta delle riaperture è stata una scelta tutta politica. I sanitari pensano soprattutto a salvaguardare la salute delle persone e a come evitare contagi, ospedalizzazioni e decessi. L’economia è però fortemente compromessa in questo momento. Perciò è toccato alla politica decidere il momento delle riaperture, cercando di coniugare la crescita economica con la tutela della salute. Sicuramente c’è un prezzo da pagare. L’importante è che non sia troppo salato e freddamente calcolato».

La stagione estiva è alle porte: sarà diversa rispetto alla precedente?
«Sarà una stagione estiva che forse ci farà rifiatare, a patto di non abbassare la guardia. Il virus ha armi spuntate grazie ai vaccini, ma può trovare il modo di sorprenderci. Pertanto, meglio non farsi trovare impreparati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)