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Covid Puglia, pazienti «estremamente vulnerabili» senza vaccino: numero verde Regione preso d'assalto

 
Redazione online

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Vaccini anti covid, in Basilicata somministrate 7.261 dosi (52,8%)

Sindacati: «Anziani penalizzati, basta ritardi»

Giovedì 01 Aprile 2021, 11:21

15:10

BARI - Decine di pugliesi «estremamente vulnerabili», ancora in attesa della propria dose, stanno chiamando il numero verde regionale per chiedere di essere vaccinati contro il Covid. A segnalarlo è il segretario regionale della Fimmg Puglia, Donato Monopoli, in una comunicazione interna ai medici di famiglia.

I soggetti «vulnerabili» devono essere vaccinati a domicilio proprio dai medici di medicina generale o, in alternativa, nei centri in cui sono in cura.

«Giungono segnalazioni - scrive Monopoli - che molti pazienti cosiddetti «estremamente vulnerabili» si stanno rivolgendo in maniera impropria, intasando il numero verde regionale, chiedendo informazioni. Si ricorda che i pazienti «estremamente vulnerabili» di cui al piano vaccinale nazionale e nelle modalità indicate dalla circolare regionale sono in carico ai medici di medicina generale. Fermo restando che sono in via di definizione le modalità operative della vaccinazione da parte dei medici di medicina generale è opportuno tranquillizzare i pazienti di questa categoria. Sarà il medico di medicina generale, nei modi previsti, a organizzare la vaccinazione ai pazienti estremamente vulnerabili».

VACCINI, SINDACATI: «ANZIANI PENALIZZATI. BASTA RITARDI» - «In Puglia, gli anziani, contrariamente a quanto previsto dal piano vaccinale, continuano ad essere penalizzati. I dati pubblicati a livello nazionale vedono la Puglia in fondo alla classifica delle regioni che rispettano la priorità per gli anziani. L’impegno era di completare la vaccinazione per gli ultra 80enni entro marzo. Ad oggi la percentuale di coloro che hanno ottenuto la seconda dose si aggira purtroppo ancora intorno al 25%». Lo denunciano in una nota i segretari regionali Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil della Puglia. "Drammatica - aggiungono - è poi la situazione relativa a coloro che hanno richiesto la prestazione domiciliare, alle prese con un patetico rimpallo di responsabilità tra Asl e medici di base. Occorre una direttiva chiara e precisa».

«Allo stesso modo - proseguono in sindacalisti - siamo preoccupati per l’inizio della campagna per la fascia di età 60/79. Si tratta di 880 mila persone circa. Perché è stato previsto l’inizio solo dal 12 aprile? Non si sarebbe potuto anticipare? Ogni giorno in Puglia non si va oltre le 12 mila somministrazioni. Di queste solo il 60% è riservato agli anziani. E’ insostenibile e inaccettabile assistere ogni giorno ad un numero altissimo di figure non previste dal piano vaccinale ricevere il vaccino. Si tratta di un dato di 1500 al giorno. Tutti finiscono per acquisire priorità rispetto agli anziani. Occorre che si metta fine».

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