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Redazione online
05 Dicembre 2020
BARI - La situazione in Puglia sta migliorando, diminuisce l'ospedalizzazione e i posti letto di terapia intensiva si stanno svuotando? «Se è così perché stiamo spendendo 10 milioni di euro per allestire i posti letto di terapia intensiva che saranno pronti tra 45 giorni nella Fiera del Levante?» chiede, provocatoriamente, Ignazio Zullo, capogruppo di FdI alla Regione. Perché, a fronte di un lieve miglioramento dei dati di contagio in Puglia, quello che ancora non si comprende è la gestione del tracciamento preventivo e l’assistenza territoriale, utile a non congestionare gli ospedali.
A due settimane dalla firma dell’accordo tra Regione Puglia e medici di famiglia e pediatri di libera scelta per effettuare i tamponi rapidi, infatti, il servizio non è ancora partito.
«Le procedure stanno andando avanti, probabilmente alla fine della prossima settimana - spiega il segretario regionale della Fimmg, Donato Monopoli - potremo iniziare con l’esecuzione dei test, ma a macchia di leopardo».
Al momento i kit non sono stati ancora consegnati dalle Asl ai medici, la Regione attende di conoscere l’elenco delle strutture in cui verranno eseguiti i tamponi dai medici e pediatri. Secondo l’accordo, i medici di medicina generale e i pediatri pugliesi potranno effettuare, nei propri studi o in strutture individuate dalle Asl, i test rapidi ai contatti stretti asintomatici al termine della quarantena di 10 giorni; potranno prendere in carico il paziente con sintomi Covid e prenotare il tampone molecolare; e potranno disporre l’isolamento fiduciario ad esito positivo del tampone, stabilendo la data di inizio e fine della quarantena.
«È essenziale fare tamponi rapidi antigenici a tappeto e va elogiato e supportato ogni operatore sanitario che si rende disponibile a farli, non certo ostacolarli. Per questo - incalza Zullo - sarebbe opportuno mettere a disposizione di tutti i medici, odontoiatri, farmacisti, biologi ed altri professionisti della sanità la piattaforma di inserimento dei dati. Perché limitare solo ai medici di medicina generale e alle farmacie convenzionate? Perché in una parafarmacia il farmacista deve essere declassato rispetto al farmacista di una farmacia? Perché un medico competente non deve poterlo fare riguardo ai lavoratori che ha in sorveglianza sanitaria? Perché un medico in pensione non deve poterlo fare? Che diritto di privativa c’è per alcuni professionisti se siamo in guerra? Forse, l’assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco, non ha capito che serve una forza d’urto, abbiamo la necessità di sottoporre a screening in uno due massimo tre giorni tutta la popolazione per isolare i positivi dai negativi».
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