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Altamura, guarito dal Covid vuole donare il plasma: «La burocrazia mi impedisce»

 
Onofrio Bruno

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Onofrio Bruno

Prelievo del plasma a ex malati di Coronavirus Covid-19

Prelievo del plasma a ex malati di Coronavirus Covid-19

Gli manca il referto ufficiale della Asl. La singolare esperienza del consigliere comunale Difonzo, negativizzatosi dopo la malattia

Lunedì 30 Novembre 2020, 09:58

ALTAMURA - «Sono guarito dal Covid-19 e voglio donare il plasma ma mi manca un certificato. Non sono riuscito a farlo a Bari e Altamura e mi sono rivolto a Matera. Ci sono persone che hanno bisogno di cure, occorre agire presto». Parole del consigliere comunale di Altamura, Raffaele Difonzo, che racconta la sua esperienza.

Sono giorni in cui si rincorrono gli appelli disperati di persone con familiari ricoverati in gravi condizioni in ospedale, intubati o in coma, nella speranza che la salvezza possa arrivare dalla trasfusione di plasma iperimmune.

Tanti guariti non sono indifferenti e vogliono fare la propria parte ma ci sono casi in cui i protocolli non lo prevedono. Nel caso di Difonzo, l’ostacolo è la mancanza di un referto ufficiale della Asl di tampone positivo. Nel suo caso la positività era stata accertata con tampone antigenico fatto in un laboratorio privato.

«Ho chiamato il Policlinico di Bari due settimane fa - racconta -. Il decorso del Covid su di me si è svolto con sintomi importanti, condizione essenziale per poter cominciare l’iter di donatore di plasma iperimmune. Al numero preposto nessuna attesa, evidentemente il numero non viene preso d’assalto come quello per fare i tamponi. Dall’altro capo del telefono mi è stato detto se, oltre a un recente tampone Asl negativo, avessi il tampone precedente Asl “positivo“, altrimenti non avrei potuto donare. Così prevede il protocollo - racconta Difonzo -. Quello di laboratorio non andava bene».
«Ma se io ho gli anticorpi e magari posso salvare vite umane - dice ancora - perché mi viene chiesto un tampone di positività che a mio modesto parere in questo momento non serve a niente? Ho chiamato al “Perinei” di Altamura, però il servizio non era stato ancora attivato. Come possibile donatore ho dovuto chiamare l’Ospedale di Matera. Dovrei fare a breve un prelievo di sangue e, se idoneo, donerò il plasma».

Quindi, pur con tutta la buona volontà, finora non è stato possibile essere di aiuto, perlomeno per essere individuato come candidato donatore. La procedura, infatti, prevede un primo prelievo per una valutazione del «titolo anticorpale» (per l’Ospedale di Matera se ne occupa l’Istituto Spallanzani di Roma, per gli ospedali pugliesi l’Istituto zooprofilattico di Foggia) se sia efficace per neutralizzare il virus. Pure la donazione prevede più tempo ma c’è tutta l’intenzione di farlo.

«I medici e gli infermieri non sono nelle condizioni di essere efficienti - sottolinea Difonzo -. Se le strutture del sistema sanitario comunicassero tra loro, non ci sarebbe bisogno di dover presentare i referti. Bisogna stendere un tappeto rosso ai possibili donatori, attivare corsie preferenziali, per raccogliere il plasma. Qui si tratta di vite umane. Ostacolare significa negare le possibili cure, con la diretta conseguenza di condannare a morte chi è in condizioni critiche per il Covid. Pagherà qualcuno per tutto questo? Si può parlare di responsabilità penali», si domanda il consigliere comunale di Altamura. Sperando che la burocrazia non ostacoli ulteriormente la sua iniziativa.

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