Buongiorno! Dire buongiorno, non è sempre azzeccato. È probabilissimo che se dici buongiorno ad uno che ha avuto una bolletta dell’Amgas (soprattutto in questo periodo) o una cartella della Agenzia delle entrate, rischi la rottura del femore o addirittura delle corna.
Va detto che, però, non tutti hanno le corna e qui si apre un bel problema perché non si potranno neppure sfogare i nervi lanciando l’anatema più temuto: «cornuto». L’argomento fila liscio come l’olio e anche come Stanlio, che almeno ci fanno ancora ridere.
Perché ci fanno ridere?
Perché stiamo nominando due personaggi che avevano, hanno e avranno quello che altri chiamano il Dna. Ma, in questo caso, il Dna che non tradisce mai, specialmente se gli è stato trasmesso senza rinnegarlo.
Comunque, dicevo, tutto fila liscio. Fino a quando?
La domanda nasce spontanea e quindi mi dico, «perché buongiorno?». E sempre fra me, continuo:
Dimmi di grazia!
Beh, Grazia sta bene, anzi, se aspetti un poco te la vedi arrivare da un momento all’altro.
No… Volevo dire, dimmi di grazia! Nel senso di… fammi sapere, sii più chiaro, cioè dimmi di grazia.
Ma Grazia chi? Io non conosco nessuno che si chiami Grazia. È un po’ come quando io dico: «A me piacciono i carciofi fritti».
A chi lo stai a dire!
A te!
Certo ho capito… a chi lo stai a dire!
A te lo sto a dire. Del resto noi siamo in due qui e perciò ti dico a chi lo stai a dire!
Questo dialogo può durare un’eternità e questo equivoco, dettato da espressioni verbali, mi fa ricordare gli esami di terza media, quando mi chiesero di dire un pronome. E io risposi: «Chi io?!?».
Alla fine di dieci minuti di questa tiritera, chiesi scusa, dando colpa al mio stravagante Dna che si traduce più o meno così:
D come dono
N come natura
A come anima
Chiunque potrebbe dire «Tu allora ce l’hai con me?»
E io risponderei: «Tu non sei all’altezza per avercela con me… Tu sei come un uccello cattivo e io so benissimo che gli uccelli cattivi sono “rapaci” di tutto. Sai benissimo anche che gli uccelli scostumati fanno le “beccacce”! Un po’ come gli struzzi che non vengono mai presi in considerazione, perché? Perché sono “struzzi”!».
Scherzo, naturalmente. Io me ne vado a naso in queste cose! E siccome suono “ad orecchio” da sempre me ne vado “a naso”. Saper suonare è una cosa bellissima. Saper suonare vuol dire libertà. Anche se c’è chi crede di saper suonare solo parlando. E anche se c’è chi sa parlare, senza aver fatto l’Università. Prendi me: la mia cultura la devo alla mia ignoranza! La fortuna mi è stata complice! E questo non me lo dimentico mai. Molti hanno un’altissima opinione delle loro altissime opinioni! Molti credono di avere delle idee, poi però si riprendono subito. È come quelli nati sotto il segno dell’Acquario che di idraulica non ne capiscono un tubo!
Come faccio a spiegare? Allora, ecco, io ho una concezione pessimistica della vita. Io ritengo che la vita sia divisa in due categorie. Da una parte i disgraziati e dall’altra gli infelici.
I disgraziati sono i più gravi, cioè i ciechi, gli storpi e così via. Gli infelici, invece, sono tutti gli altri.
Ora, io pregherò che Dio nella sua bontà perdoni lo stesso.
La mia fortuna è la vita che ho ereditato per meriti di guerra e pace, ringraziando la natura che regala a chi merita, e soprattutto il mio Dna, ereditato da Eva che continua a chiamarsi Ciardo.