Giovedì 18 Settembre 2025 | 20:51

Lussemburgo show, anima biancorossa: «Oltre i confini sempre vicini, ma la multiproprietà...»

 
Giovanni Longo

Reporter:

Giovanni Longo

Lussemburgo show, anima biancorossa: «Oltre i confini sempre vicini, ma la multiproprietà...»

Anche qui si tifa Bari: a fondare il club, correva l’anno 2016, Nicola Chiumarulo, 46 anni, «del quartiere San Pasquale», tiene a sottolineare, ingegnere gestionale laureato al Politecnico di Bari e che da quasi 20 anni vive in Lussemburgo lavorando in banca

Giovedì 18 Settembre 2025, 15:43

Sulle loro sciarpe biancorosse è impresso lo slogan «Oltre i confini sempre vicini», anche se «con la multiproprietà ci hanno tolto il diritto di sognare», è la precisazione. Lussemburgo Biancorossa, presente. Nel piccolo (ma importante) Paese incastonato al centro dell’Europa c’è un gruppo di tifosi del Bari molto legato alla squadra e alle loro origini. A fondare il club, correva l’anno 2016, Nicola Chiumarulo, 46 anni, barese («del quartiere San Pasquale», tiene a sottolineare), ingegnere gestionale laureato al Politecnico di Bari e che da quasi 20 anni vive in Lussemburgo lavorando in banca. «Mi sono trasferito a giugno 2006, durante la fase finale del Mondiale vinto in Germania dall’Italia», ricorda. Come è noto, ogni tifoso che si rispetti associa momenti importanti della sua vita a ciò che nello stesso periodo avvenne nel mondo del calcio. «Dovevo rimanere per sei mesi, poi mi hanno confermato e oggi sono ancora qui, fatta eccezione per una parentesi nel 2010, un anno vissuto a Dubai, lasciata per il Lussemburgo anche perché da qui è più facile organizzare le trasferte…”». E quante trasferte: «Prima di sposarmi, ogni venerdì partivo per l’Italia: una stagione, quella di Ventura in serie A, ho visto dal vivo anche 30 partite. Una volta sposato, adesso abbiamo anche tre figlie, è diverso, ma 7-8 gare io e lo zoccolo duro di Lussemburgo Biancorossa riusciamo ancora a farle. Proprio due giorni fa ci siamo organizzati per andare a Reggio Emilia, il 18 ottobre è in programma Reggiana-Bari».

In un mondo dominato dai social, la pagina Facebook di Lussemburgo Biancorossa è molto seguita. Chi non molla come lui per alcuna ragione sono, tra gli altri, Vanni (addetto marketing), Gianfranco (social media manager), Giacomo (tour operator) e poi ancora Vincenzo, Daniele, Maurizio, Luca, Pino, e Anthony. Da Noci a Mola; da Polignano a Conversano, non c’è solo il capoluogo: qui è rappresentata mezza Area metropolitana. Un gruppo molto affiatato.

«Il termometro del tifo anche tra i baresi di Lussemburgo funziona come a Bari: quando la squadra va bene cresce l’entusiasmo, quando non va bene, restiamo in pochi, i soliti. C’è stato un momento in cui eravamo anche in 60 a seguire le partite davanti alla tv. Ricordo un Bari-Palermo, l’anno dei playoff contro il Novara, in cui feci aprire apposta un bar che era chiuso pur di vedere la partita. Ora è diverso, e la colpa è dei De Laurentiis fino a un certo punto: perché un imprenditore dovrebbe investire per andare in serie A, sapendo che un minuto dopo deve vendere o svendere una delle due squadre? Nel 2018, quando presero il club, in tanti speravamo che cedessero il Napoli. Con la metà che hanno fatto per loro, saremmo arrivati in Europa League e per noi, da qui, sarebbe stato un gioco da ragazzi seguire il Bari ovunque». Come sappiamo è andata diversamente, ma che nessuno tocchi la loro passione. «Non per la squadra onestamente - prosegue Nicola - un punto in tre partite, sei punti dalla vetta, l’impressione è che faremo un altro campionato di metà classifica. E allora ormai seguiamo il Bari anche solo per incontrare i nostri amici negli stadi di mezza Italia, soprattutto quelli del nord per noi più facili da raggiungere. Quest’anno ho deciso a malincuore di disertare il San Nicola, seguirò il Bari solo in trasferta».

Da queste parti l’uscita dei calendari è davvero molto attesa. «Parte lo studio delle partite che possiamo vedere dal vivo, partendo in aereo ma anche in auto. Basta organizzarsi per tempo, anche se ora è tutto molto più difficile con giornate di campionato diluite a volte dal venerdì al lunedì e in orari che si conoscono all’ultimo minuto, per non parlare delle trasferte vietate. Quest’anno ero in Puglia in vacanza e con mio fratello siamo andati a Milano per la partita di Coppa Italia contro il Milan. Ci siamo detti: “ma quando ci ricapita di potere vedere la nostra squadra del cuore a San Siro”»?

Una passione, quella per il Bari, che nasce da lontano. «La mia prima partita fu un Bari-Lanerossi Vicenza (19 aprile 1987, ndr), partita giocata al Della Vittoria e decisa da una rete di Cuccovillo negli ultimi minuti. Ero con mio padre che poi, purtroppo, ho perso qualche anno dopo». Il Bari cui Chiumarulo è più affezionato? «Quello degli anni Novanta, quando ero adolescente e con gli amici frequentavo ogni domenica la curva nord». Nessun dubbio sulla delusione più cocente: «Arrivare due anni fa alla finale playoff, sfiorare la promozione e poi mordersi le mani per un traguardo sfumato all’ultimo secondo. L’8 giugno 2023 ho lasciato la famiglia per andare a Cagliari, tre giorni dopo, ero al San Nicola. Ci penso ancora oggi».

Sul suo profilo whatsapp, Nicola pubblica una sua foto, sempre di quella stagione maledetta. Lui, ripreso di spalle, sole di fronte, sventola una bandiera del Bari a Venezia. «Vincemmo con i gol di Cheddira e Antenucci». Non si legge, ma su quella bandiera, tanto per essere chiari, c’è scritto «Amanti del vecchio calcio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)