I sei arrestati dell’inchiesta sul voto di scambio alle Comunali di Modugno del 2020 saranno ascoltati stamattina in carcere dal gip Giuseppe Montemurro. Ed è possibile, se non probabile, che facciano scena muta. Antonio Lopez, 40 anni, l’assessore accusato di aver chiesto aiuto al clan Parisi per farsi eleggere, ieri mattina si è dimesso da tutte le cariche. Ma la sua posizione resta delicata.
L’imprenditore della termoidraulica aveva allacciato rapporti con Michele Parisi, alias Gelatina, fratello del boss di Japigia. Nel 2020 è partito con una lista civica e il simbolo della «Dc», quest’anno è approdato a Forza Italia con cui è (tecnicamente tuttora) candidato alle Regionali. La Dda gli contesta l’ipotesi di voto di scambio politico-mafioso: 150 voti comprati a 25 euro ciascuno che gli avrebbero garantito l’elezione come migliore della sua lista e poi la nomina ad assessore. Al ballottaggio Lopez avrebbe poi «fatto da tramite» per procacciare voti al candidato sindaco Nicola Bonasia, in cambio della promessa di garantire l’assunzione a un affiliato al clan, il pregiudicato Christian Stragapede (difeso da Nicola Quaranta): il 35enne era stato sistemato in una società appaltatrice del Comune, che non poteva più prenderlo per via di una condanna. E così Lopez (difeso dall’avvocato Cristian Di Giusto) è stato costretto ad assumerlo lui...
















