La legge regionale che ha disposto lo scorporo dell’ospedale pediatrico «Giovanni XXIII» dal Policlinico di Bari e il relativo passaggio alla Asl «ha determinato ad oggi molta confusione e, per la mancanza di percorsi certi, rischia di costituire un ostacolo continuo alla nostra quotidiana attività». Per questo 44 medici dell'«ospedaletto» hanno scritto una lettera aperta in cui definiscono questa scelta «un salto nel buio» e, per «evitare polemiche strumentali sulla pelle dei nostri bambini», chiedono al prossimo presidente della giunta regionale «di istituire un tavolo di confronto con i professionisti, per operare scelte chiare e condivise».
La presa di posizione dei medici ospedalieri arriva dopo le polemiche politiche della scorsa settimana che hanno stigmatizzato il mancato avvio del percorso di scorporo, mentre il ministero della Salute ha avvertito che la costituzione del polo pediatrico autonomo richiede un percorso ostacolato dal Piano di rientro. «Continuiamo ad assistere a iniziative, mai condivise con alcuno di noi, che perorano, se non impongono, l'immediato passaggio in Asl Bari – è scritto nella lettera -. Per noi si tratta di un salto nel buio non essendo possibile alcuno spostamento amministrativo imposto nella ASL Bari per chi è stato assunto da altra azienda e conseguente mancanza di chiarezza sulle prospettive future».
Allo stesso tempo, dicono i medici, l’attività del «Giovanni XXIII» sta ripartendo: «Durante questi primi dieci mesi dell'anno abbiamo rilevato un significativo impegno da parte della Azienda nel rafforzare, con i fatti, le attività del presidio Giovanni XXIII, come testimoniato da quattro concorsi per primario attualmente in corso di espletamento, che peraltro sanano vacanze anche ataviche, dalla deliberazione di ben otto Unità semplici a valenza dipartimentale, da plurime riunioni per la costituzione di percorsi comuni, tutte iniziative che, senza ombra di dubbio, puntano a migliorare la capacità assistenziale».
I medici non ritengono lo scorporo la scelta giusta. «La moderna pediatria come la moderna medicina – conclude la lettera - è fatta di “reti” e di unione delle forze; occorre lavorare sul “cucire” più che con il "separare" anche per garantire un solido punto di riferimento integrato capace di essere attrattivo e punto di riferimento di area vasta. A tutti noi, comunque, interessa solo valorizzare l'offerta pediatrica in toto e rispondere concretamente ai bisogni dei nostri bambini e bambine e delle loro famiglie».
















