Venerdì 07 Novembre 2025 | 16:41

Pasculli lancia il Lecce: «L’ora di vincere in casa»

Pasculli lancia il Lecce: «L’ora di vincere in casa»

 
Antonio Calò

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Antonio Calò

Pasculli lancia il Lecce: «L’ora di vincere in casa»

Domani, Lecce e Verona si troveranno di fronte di nuovo, sul terreno dei giallorossi, in un match che metterà in palio punti pesanti in chiave-salvezza

Venerdì 07 Novembre 2025, 12:47

A «griffare» con un suo gol il primo successo conquistato dal Lecce ai danni del Verona in serie A, al «Via del Mare», è stato l’argentino Pedro Pablo Pasculli, il 5 gennaio 1986, nella prima avventura in assoluto della squadra salentina nell’olimpo del calcio italiano. L’undici allenato da Eugenio Fascetti si impose per 1-0 sulla compagine guidata da Osvaldo Bagnoli, che aveva sulla maglia lo scudetto vinto nel 1984/1985. Con gli scaligeri giocavano calciatori del calibro di Preben Elkjaer Larsen, Giuseppe Galderisi, Hans Peter Briegel, Roberto Tricella ed Antonio Di Gennaro.

Domani, Lecce e Verona si troveranno di fronte di nuovo, sul terreno dei giallorossi, in un match che metterà in palio punti pesanti in chiave-salvezza. Le due formazioni, infatti, sembrano destinate a battagliare per conservare la categoria. «Altri tempi, altri contesti - dice Pasculli, rammentando la partita del 1986 -. Parliamo di epoche differenti, tra le quali non è possibile fare similitudini. La posta in palio, però, è senza dubbio molto alta e la compagine allenata da Di Francesco dovrà stare bene attenta a non prestare il fianco alle ripartenze degli scaligeri che, contro l’Inter, pur perdendo, hanno dimostrato di sapere essere pericolosissimi. Sono convinto che i veneti si schiereranno con un atteggiamento assai guardingo, provando a ripartire di rimessa ogni volta che ne avranno l’opportunità. Il Lecce dovrà essere bravo a sviluppare il proprio gioco senza concedere spazi. Guai a perdere palla in certe zone del campo».

Nel torneo in corso, Wladimiro Falcone e compagni non hanno ancora vinto al «Via del Mare»: «Speriamo che domani arrivi il primo successo. Balzare a quota 12 sarebbe un bel colpo. I rivali di giornata scivolerebbero a -7. La strada resterebbe lunga ma, battendo il Verona, il Lecce darebbe un segnale a tutte le rivali».

Pasculli è convinto che i calciatori salentini siano nelle condizioni mentali giuste per disputare un ottimo incontro: «Vincere a Firenze non era affatto semplice, contro una “Viola” che può contare su un organico di spessore e ferita da un inizio di stagione pessimo. Invece, i giallorossi hanno gestito con sagacia la gara, affondando i colpi al momento giusto e sfruttando a meraviglia il periodo critico dei gigliati. Oltre a tre punti preziosi, il Lecce ha beneficiato di una iniezione di fiducia notevole. Sulle ali dell’entusiasmo proverà a concedere il bis domani e a fare felici i 27.000 del «Via del Mare», che garantiranno la solita incredibile spinta fatta di passione. Arrivare alla sosta con la seconda affermazione di fila sarebbe il modo migliore per mettersi nelle condizioni di lavorare con serenità. Senza tralasciare il fatto che l’umore della “piazza” ne beneficerebbe. I supporter vogliono che i propri beniamini tornino ad imporsi nel proprio stadio».

Nei primi dieci turni, la squadra di Di Francesco ha messo in cassaforte 7 punti in trasferta e 2 in casa: «Non penso che sia una questione di atteggiamento. Il Lecce, dopo la sfida interna con il Bologna, ha messo in mostra una fase di non possesso all’altezza. Concede pochissimo agli avversari. Il vero problema, per i giallorossi, ma lo è per la maggior parte delle compagini di bassa classifica, è trovare la via del gol. Il tecnico ed il suo staff stanno senz’altro lavorando su questo aspetto. Si tratta di portare più uomini nell’area di rigore rivale, gestire meglio le scelte negli ultimi venti metri».

I tifosi (a proposito: settore ospiti chiuso e divieto di vendere i biglietti ai residenti nella provincia di Verona) sperano che si sblocchi quanto prima Nikola Stulic e che Francesco Camarda segni ancora: «Il serbo viene da un altro tipo di calcio. Non è semplice adattarsi al campionato di massima serie italiano e ciascuno ha bisogno dei suoi tempi. Io arrivai dall’Argentina, dove avevo realizzato 25 reti. Eppure durante l’andata non feci centro (ma aveva siglato due reti in Coppa Italia, contro Salernitana e Pescara, ndc). Mi sbloccai proprio nel confronto con il Verona del 5 gennaio 1986. Chissà che non accada la stessa cosa a Stulic, che comunque va atteso e supportato, cosa che il pubblico sta facendo. Lo stesso discorso vale per Camarda, che è giovane e deve continuare a crescere».

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