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Allegretti, cuore a metà: «Bari-Monza da urlo»

Allegretti, cuore a metà: «Bari-Monza da urlo»

 
Pierpaolo Paterno

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Pierpaolo Paterno

Allegretti, cuore a metà: «Bari-Monza da urlo»

Match tra due piazze in cui - da centrocampista tra il 2009 ed il 2014 - ha lasciato un segno indelebile

Venerdì 29 Agosto 2025, 11:25

Ultima domenica di agosto con lo stadio San Nicola teatro di un confronto carico di storia e sentimento. Almeno per il tecnico milanese classe ‘78 Riccardo Allegretti. Per lui, Bari-Monza non sarà una partita qualunque, ma il match tra due piazze in cui - da centrocampista tra il 2009 ed il 2014 - ha lasciato un segno indelebile. A Bari, nella stagione di serie A 2009/10, raccoglie 16 presenze impreziosite da 3 reti (una col Palermo e due col Livorno), tutte memorabili e legate alla sua specialità nei calci piazzati. Dall’altra, la breve esperienza in C2 a Monza (dieci gettoni e due reti) con un impatto comunque significativo. Club brianzolo dove, dopo aver conseguito il patentino Uefa, sperimenta la panchina col ruolo di allenatore dell’Under 17 vincendo il campionato poi interrotto per la pandemia Covid. L’anno successivo, col Monza in B, viene promosso a tecnico della Primavera. A Chievo, l’ultima avventura tecnica sino alla rescissione di circa venti giorni fa. Dalla «sua» Trieste, aggiunge un filo rosso che lega passato e presente, emozione e analisi tecnica.

Allegretti, domenica al San Nicola si sfidano Bari e Monza, due piazze in cui ha lasciato il segno da calciatore. Che sensazioni prova nel vedere queste due squadre affrontarsi oggi?

«Due realtà a cui sono legato e in cui mi sono trovato bene. Sulla carta diverse. Col Venezia, il Monza è favorito per salire in A. Il Bari ha un organico di tutto rispetto e conta su un allenatore bravo come Caserta. Oltre ad una tifoseria che ti spinge ad ottenere qualcosa in più. Sarà una sfida interessante».

Ha un ricordo, un aneddoto o un episodio particolare che lega la sua esperienza sia a Bari che a Monza?

«A Bari ritrovavo la A a 32 anni. Facemmo un’annata spettacolare per gioco (c’era Ventura, ndc), risultati e rapporto col pubblico. A Monza arrivai a fine carriera. Poi, dopo un intermezzo in Terza Categoria a Chievo, ho anche allenato chiamato dall’ex ds barese Antonelli».

A Bari ha giocato in una piazza passionale e complessa. Che ricordo ha dell’ambiente barese e del suo rapporto con la tifoseria?

«È una piazza che pretende e vive di calcio, intelligente perché capisce le difficoltà della squadra trascinandola soprattutto se in campo si dà tutto. Noi avevamo un grande seguito. Meritano la A».

Il San Nicola può essere un fattore determinante, anche in serie B. Non è atteso il pubblico delle grandi occasioni, anche a giudicare dai bassi numeri degli abbonati biancorossi. Quanto può incidere il tifo in una gara del genere?

«Il San Nicola incide tantissimo come poche piazze in Italia. Mi spiace sentire della contestazione. Non conosco le dinamiche, ma è un peccato lasciare gli spalti vuoti. Quello stadio pieno, dal campo lo senti parecchio».

Da allenatore, ad oggi, come valuta il lavoro di Caserta e Bianco? Chi dei due ha più certezze al momento?

«Da calendario, i biancorossi non hanno una partenza soft. Forse, un bene. Sulla carta, credo che Bianco stia meglio avendo ereditato una squadra importante con tanti giocatori reduci dalla A. I lombardi sono favoriti, per quanto il Bari abbia giocatori di alto livello come Castrovilli. Ci vuole tempo per ingranare. Una vittoria darebbe al Bari una spinta in più».

Conosce bene le insidie del campionato di serie B. Quanto contano l’aspetto mentale e la gestione dei momenti nei lunghi mesi del campionato?

«Molto. In tutte le categorie. L’aspetto più difficile è ripartire quando le cose vanno male e mantenere l’equilibrio quando vanno meglio. Qui subentrano il lavoro dell’allenatore e la presenza della società».

Monza ha un obiettivo chiaro: tornare in A. Il Bari, invece, deve rilanciarsi dopo una stagione complicata. Chi arriva con più pressione a questa sfida?

«Direi il Monza, perché l’obiettivo di vincere mettere più pressione rispetto al doversi migliorare. In tal senso, le aspettative monzesi superano quelle del Bari. Il Monza deve sbagliare meno».

Se fosse in panchina domenica, quale messaggio trasmetterebbe ai suoi ragazzi prima di una gara così significativa?

«Cercherei di trasmettere tranquillità ai giocatori, sapendo che serve ricreare un clima positivo dando alla gente l’idea di non mollare mai e dimostrando di lottare e avere carattere. Metterci il cuore, come fatto a Venezia».

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