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Foggia, Canonico al capolinea: il patron molla, salvezza e iscrizione al prossimo torneo in bilico

Foggia, Canonico al capolinea: il patron molla, salvezza e iscrizione al prossimo torneo in bilico

 
Raffaele Fiorella

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Raffaele Fiorella

Foggia, Canonico al capolinea: il patron molla, salvezza e iscrizione al prossimo torneo in bilico

«Io e mio figlio Emanuele ci facciamo da parte. Sono disposto a cedere il club, alle stesse condizioni di quando, quattro anni fa, lo comprai: 1,8 milioni di euro per il titolo sportivo»

Martedì 01 Aprile 2025, 09:34

FOGGIA - Il copione è lo stesso di undici mesi fa: l’annuncio del disimpegno, la volontà di cedere il club, l’intenzione di non iscrivere la squadra al prossimo campionato, se non dovessero concretizzarsi eventuali trattative per il passaggio di mano della società. Stavolta, però, precisando che non ci saranno ripensamenti come accaduto l’estate scorsa, e che «le dimissioni sono irrevocabili». Nicola Canonico dice basta, l’imprenditore barese dichiara di non volerne più sapere del Foggia e invita chi è interessato a rilevare il club a farsi avanti.

Ieri l’annuncio, in una conferenza stampa alla quale il presidente rossonero ha partecipato da remoto (non in presenza come annunciato in un primo momento), collegato con i giornalisti presenti nella sala stampa dello «Zaccheria», mentre all’esterno dello stadio, sorvegliata dalle forze dell’ordine, andava in scena l’ennesima contestazione da parte degli ultras (striscioni, cori e qualche petardo) nei confronti dell’ex patron dell’Andria e del Bisceglie, invitato a fare le valigie.

Tre settimane fa, prima del derby di Cerignola, Canonico aveva affermato che, nel caso non fossero arrivate proposte d’acquisto del club entro il mese di marzo, da aprile sarebbe partita la programmazione della prossima stagione sportiva, basata sulla linea verde introdotta nell’ultimo mercato di gennaio. Ieri un’altra retromarcia, che mette a repentaglio il futuro del club. Mentre la squadra è in caduta libera (reduce da quattro sconfitte consecutive), il presidente precisa che è a rischio anche il pagamento degli stipendi per chiudere l’attuale stagione (la prossima scadenza arriverà il 16 aprile): «Li pagheremo se ci saranno fondi nelle casse del club per poterlo fare. Altrimenti la società prenderà la penalizzazione, che verrà scontata nella prossima stagione sportiva. Di certo c’è che io non tirerò fuori più un centesimo per il Foggia». Uno scenario che definire preoccupante è un eufemismo. La squadra rischia di precipitare in zona playout, nel frattempo il disimpegno di Canonico riporta sullo «Zaccheria» e la città di Foggia lo spettro di un nuovo tracollo nel calcio dilettantistico. Oggi è prevista la ripresa degli allenamenti (la squadra tornerà in campo lunedì 14 aprile per sfidare in trasferta il Crotone) e c’è da capire a questo punto cosa decideranno di fare il direttore sportivo Luca Leone e il tecnico Luciano Zauri, che in giornata dovrebbero avere un confronto con Canonico: se restare al loro posto o dare le dimissioni.

«Da questo momento non sono più il presidente del Foggia - ha sottolineato Canonico -. Io e mio figlio Emanuele ci facciamo da parte. Sono disposto a cedere il club, alle stesse condizioni di quando, quattro anni fa, lo comprai: 1,8 milioni di euro per il titolo sportivo. Chi subentra si accolla la debitoria di 2,7 milioni, che è la stessa di 4 anni fa, più le ultime 4 mensilità di questa stagione, da corrispondere ai tesserati e dipendenti, come feci io nel 2021 quando diventai socio di maggioranza del club. La sindaca Episcopo conosce la situazione, mi auguro che prenda a cuore questa vicenda e riesca a stimolare l’imprenditoria locale ad intervenire e a salvare il calcio in questa città. Io sono stanco di contestazioni e offese che sono andate oltre il limite dell’accettabile», ha continuato Canonico, che ha ricordato le intimidazioni subite negli ultimi anni dai tesserati, dipendenti e dalla proprietà del club. Atti intimidatori e minacce su cui da mesi indaga la Dda di Bari. «Da Zeman e Pavone agli altri ds e allenatori che abbiamo avuto ho sempre cercato di fare del mio meglio e il bene del club - ha proseguito Canonico -. Lo sbaglio più grande è stato affidare la panchina a Capuano, a settembre scorso. Ma l’unico rimprovero che mi faccio è che non sono stato presente come avrei voluto, a contatto con la squadra. A gennaio avevo detto a Zauri e Leone che dovevamo cedere 8-9 giocatori di cui non ero contento. Loro hanno sempre difeso il gruppo e questi sono i risultati. Una squadra che ha tirato da settimane i remi in barca. La sconfitta di Caserta è stata vergognosa. L’estate scorsa ho allestito una rosa per cercare di vincere il campionato, ma non sempre le ciambelle riescono col buco. Vedi Catania, Trapani, o in Serie A Juve e Milan. Non sempre avere in squadra giocatori di nome è garanzia di successi. Io in 4 anni ho investito 10 milioni di euro nel Foggia, non ho avuto dalla città il rispetto che avrei meritato».

Una resa su tutta la linea che rischia di spedire il Foggia nel baratro: «La Lucchese da tempo è senza stipendi eppure continua a vincere - ha evidenziato Canonico -, qui invece più di un giocatore ha staccato la spina e questo mi amareggia molto. Zauri e Leone devono tirare fuori il club da questo imbarazzante finale di stagione. Finora non ho avuto proposte ufficiali di acquisto della società, spero che arrivino e siano serie. Due anni fa ho sfiorato la B e tutti sanno che se non ci siamo arrivati è per quello che che è accaduto con arbitri e Var nelle due finali playoff contro il Lecco. Ora però è arrivato il momento di dire basta. La tifoseria vuole che me ne vada e io esco di scena».

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