MANDURIA - Il Manduria messo alla porta dal Comune. Il presidente Di Maggio non esclude di portare via la squadra. Il calcio messapico insomma, emigra o, peggio, rischia di sparire. Il casus belli è l'utilizzo dello stadio comunale "Nino Dimitri". La società messapica, da poco insediatasi, ha portato avanti la preparazione, a costo di enormi sacrifici e il team affidato al tecnico Max Marsili si è presentato ai nastri di partenza come un'incognita, dovendo fare anche i conti con uno scetticismo diffuso per un organico allestito in tutta fretta. La risposta sul campo della squadra biancoverde è andata al di là di ogni più rosea aspettativa. Una vittoria roboante all'esordio casalingo contro il quotato Bisceglie ed un prezioso pari esterno sul difficile terreno dell'Incedit Foggia. Ma questo abbrivio incoraggiante non è stato sufficiente a smussare gli angoli e riavvicinare le parti. Anzi la situazione rischia di precipitare. Ieri la squadra mentre era intenta a svolgere il proprio allenamento è stata costretta ad abbandonare il terreno di gioco. Ai giocatori è stato consentito, a malapena, di fare una doccia poiché un addetto della società incaricata dal comune per l'apertura e la chiusura dell'impianto, esortava i tesserati a rispettare gli orari imposti. La tensione è arrivata a livelli tali da richiedere l'intervento della Polizia locale e dei carabinieri. «Siamo stanchi - è lo sconsolato sfogo del presidente Fabio Di Maggio -. Così non si può andare avanti. Dall'eccessivo permissivismo del recente passato si è passati ad un rigore incomprensibile e paradossale. Così non si può continuare. Noi rappresentiamo, con orgoglio e passione, un'intera città ed una tifoseria che non merita questa mortificazione. Non possiamo restare a dispetto dei santi. Oggi siamo stati letteralmente cacciati via da quella che dovrebbe essere la casa, non nostra, ma della squadra di tutti i manduriani. Il tutto in una settimana cruciale: giovedì dovremmo incontrare nelle mura che dovrebbero essere amiche il Brilla Campi, per il primo turno di Coppa Italia, e domenica il Polimnia, per la terza di campionato. Uso il condizionale perché sono fermamente deciso a portare via la squadra o a gettare la spugna. Il titolo - ha aggiunto - rimarrebbe nel cassetto: con quello che ci è costato questa creatura che nelle sue prime uscite ha così tanto entusiasmato, non lo regalo di certo».

Il casus belli è l'utilizzo dello stadio comunale "Nino Dimitri"
Mercoledì 04 Settembre 2024, 10:06