BARI - «Dobbiamo far girare la ruota dalla nostra parte: una volta per tutte». Giuseppe Iachini non cerca alibi e sprona il suo Bari ad essere artefice delle sue fortune. Comincia stasera con la Cremonese (alle 20,30, al San Nicola) un mini tour che porterà i biancorossi a confrontarsi con formazioni in corsa per la promozione diretta. I grigiorossi subito, quindi la trasferta di Como sabato 13 aprile. La classifica è impietosa, con quasi venti punti a separare la squadra di Giovanni Stroppa dai Galletti, impelagati a ridosso dei playout. Malgrado la differenza di valori, l’imperativo è scacciare ogni timore reverenziale. Servirebbe proprio una notte «diversa», uno scatto d’orgoglio, un bagliore che portasse un gruppo in crisi di identità a ricordare di possedere valori comunque superiori all’attuale posizione in graduatoria. Una vittoria scaccerebbe in un sol colpo tanti fantasmi e metterebbe in discesa il percorso verso la permanenza.
«La Cremonese arriva qui reduce da due inaspettate sconfitte con Sudtirol e Feralpisalò: sarebbe irreale attendere un avversario sottotono perché sicuramente vorranno riscattare gli ultimi passi falsi», premette Iachini. «È un complesso di grande qualità che ha beneficiato del grande lavoro di Stroppa. Tuttavia, nel calcio arrivano anche le giornate in cui ti gira un pochino meglio: nell’ultimo periodo stiamo pagando tanto, perciò bisogna insistere nell’applicazione, nei concetti, nel mettere in pratica ciò che proviamo perché è l’unico modo per invertire le tendenze. E soprattutto, dobbiamo crederci: la ruota girerà». Due punti in sei turni, la sensazione di un complesso che fatichi a reagire agli eventi e ad avere una scossa a livello caratteriale: eppure, il margine d’errore è ormai pressochè azzerato. «Io non la vedo così», replica il tecnico marchigiano. «Magari qualche settimana fa notavo un pizzico di scoramento, ma ora no: la prestazione con la Sampdoria, pur in una sconfitta, ci ha conferito alcune certezze sulla proposta di gioco che permettono di portare avanti il lavoro con maggiore determinazione. Certo, è evidente che siano molti i particolari da migliorare: il cinismo sotto rete innanzitutto perché è un dato di fatto che realizziamo poco rispetto a quanto si crea. Ma anche il legame tra i reparti, i movimenti ad attaccare la porta, l’attenzione sul particolare. Ci sono aspetti che magari possono sfuggire, ma quando a Modena abbiamo segnato il gol del pareggio, l’intera squadra si è abbracciata, panchina compresa. Se non ci fossero spirito e unità di intenti, non sarebbe accaduto. In quel frangente, ho visto i ragazzi togliersi un peso dalle spalle: la rete nel calcio è tutto, se non la trovi le difficoltà si moltiplicano. Ebbene, quel gol in parte ci ha sbloccati, non a caso abbiamo poi cercato il raddoppio. Ribadisco: i problemi non si cancellano in un momento, ma non vedo segnali di regresso».
Iachini, dunque, rispedisce al mittente anche le ricorrenti voci di uno spogliatoio non proprio di ferro, come lascerebbe intuire il doppio cambio effettuato lunedì scorso per avvicendare big quali Sibilli e Puscas alla fine del primo tempo. «Io devo guardare il campo», la sua risposta. «E in quel frangente vedevo Beppe molto nervoso e già gravato di un’ammonizione: sarebbe basato un intervento sopra le righe per perderlo. George, invece, era reduce dalla parentesi in nazionale ed è tornato sottotono, ma non esiste alcuna bocciatura. Sibilli resta un calciatore fondamentale per il Bari, così come avremo bisogno dei gol di George. Al contempo, ho potuto vedere all’opera un giovane come Colangiuli: non c’è da meravigliarsi se ho gettato nella mischia un ragazzo della Primavera, l’ho sempre fatto in carriera.
Solo in Italia chi ha 18 o 19 anni non gioca: lui, peraltro, è entrato con il piglio giusto e la sua voglia può essere d’esempio per tutti. Non nasce attaccante? Ne ho spostati tanti in prima linea: Belotti, Chiesa, Raspadori… magari il ragazzo non sarà un “Toni”, ma ha rapidità, passo, buona tecnica ed è in grado di interpretare il ruolo alla Montella, solo per citare qualche esempio». L’allenatore ascolano non si sbottona sul modulo che adotterà: «Continuo a ritenere valide entrambe le soluzioni tattiche: sia con la difesa a tre, sia con la retroguardia a quattro», spiega. «Resto dell’idea che nel primo modo siamo riusciti ad essere più pericolosi e a portare più uomini in fase offensiva, mentre con il 4-3-1-2 è necessario un maggiore lavoro a centrocampo che, magari, toglie un po’ di lucidità alle mezzali quando devono inserirsi. Però, vanno sempre considerate le caratteristiche dei calciatori e le situazioni che li rendono più sicuri. Il mio obiettivo è coinvolgerli tutti perché sono indispensabili tante frecce al nostro arco: Aramu e Diaw andranno monitorati perché entrambi vengono da lunghi periodi di stop, per motivi diversi.
Ma buoni segnali vengono da Bellomo che è entrato bene a Modena, da Edjouma che ha avuto un momento di appannamento, dallo stesso Acampora che ha superato un problema muscolare. Maiello? In questo momento, sto preferendo Benali in regia perché attraversa un buon momento di forma e non vorrei spostarlo da interno perché in quel ruolo ci servono elementi dotati di corsa “lunga” per arrivare velocemente nell’area avversaria. Raffaele, però, sta sempre meglio dopo l’infortunio al crociato e tutti conosciamo la sua importanza all’interno della squadra. Perciò, conto assolutamente su di lui, come su tutti. Soltanto se resteremo uniti, riusciremo a scacciare le nubi».