LECCE - «A Lecce si è creato un clima straordinario tra tutte le componenti, società, squadra, tifosi, l’ideale per fare i risultati che sono sotto gli occhi di tutti». Parola di Rodolfo Vanoli, varesino di nascita e salentino d’adozione. L’ex difensore ha giocato sei stagioni (dall’84 all’89) in giallorosso e poi quasi quattro (dall’89 al ‘92) con la maglia dell'Udinese, guarda caso la prossima avversaria di Strefezza e compagni, il 23 ottobre, dopo la sosta per le Nazionali.
Vanoli, che Lecce ha visto in questo avvio di stagione?
«Bisogna fare i complimenti a tutti: a partire dalla società e poi allenatore, squadra e tifosi per la compattezza. Chi vive Lecce, nel vero senso della parola, sente questa compattezza che ti dà sempre qualcosa in più e mai in meno. Ho visto un Lecce che vuol far sempre la partita, eccetto - ed è l’unica volta - forse contro il Napoli. Ma ci può stare. Quella è stata una partita un po' sotto tono, perché i giallorossi hanno corso tanto, ma male. A differenza di tutte le altre partite».
Lei era sugli spalti del Via del Mare anche venerdì scorso.
«Contro il Sassuolo è stata una partita splendida. Nei primi 20 minuti il Lecce è partito forte ed è mancato solo il gol. Poi nell'unica occasione che ha avuto il Sassuolo c'è stato il gol su rigore. E lì io ho avuto paura perché, quando attacchi, attacchi e non riesci a concretizzare, c'è il rischio di farsi male. Poi il gol del Lecce, in avvio di ripresa, ha consentito di tornare sul pari. Queste sono le classiche partite, in cui ti esponi e magari il Sassuolo, che ha giocatori veloci, in contropiede magari ti poteva far male. È stata una bellissima partita e, alla fine, penso che il pareggio sia stato il risultato giusto».
Quale giocatore del Lecce ha sinora dato il contributo maggiore?
«A me piace molto il centrocampo, che sta facendo un grandissimo lavoro, Rafia, Ramadani e Kaba hanno quantità e qualità importanti. Poi è entrato e mi è piaciuto Oudin, che è un giocatore importante. Anche se, secondo me, lui deve migliorare nella fase di non possesso. Mi sembra un po’ simile a Samardzic dell'Udinese».
Da ex difensore, come vede il reparto arretrato, che rispetto allo scorso anno ha perso un elemento come Umtiti?
«Mah, io vedo una linea di difesa molto attenta. Ma è tutta la fase difensiva che il Lecce svolge bene. D'Aversa è bravo in questo: tutti difendono e tutti partecipano alla fase offensiva. Non sono solo i quattro della difesa, c'è anche il play Ramadani, che sa muoversi benissimo. Vedo che gli avversari vanno a prenderli molto alti, quando Baschirotto va sul centrocampista, Ramadani si abbassa per dare la copertura necessaria. Vedo una grande preparazione alla gara e questo è sicuramente merito dell'allenatore».
Per quanto riguarda l'attacco, invece, Krstovic è già al suo quarto gol in serie A. Se lo aspettava?
«Lui mi ricorda un po' i vecchi tempi con Pedro Pablo Pasculli. Quei giocatori generosi, che lavorano tanto per la squadra e sono contento che col Sassuolo abbia ritrovato il gol. Manca sicuramente l'apporto di Banda, che è un giocatore che, nell'uno contro uno, può essere pericolosissimo. E poi, quando ritroverà la migliore condizione, anche Sansone è un giocatore che può fare la differenza. Penso che Corvino abbia fatto un grande lavoro: ha messo a disposizione un organico importante. La classifica è davvero importante. Però bisogna sempre stare coi piedi per terra perché in serie A è difficile vincere, ma è anche facile perdere partite, pur giocando bene. Per cui bisogna stare sempre concentrati. Ma questi risultati arrivano da questa gestione straordinaria della società, dal lavoro di Corvino e Trinchera, che io conosco molto bene».
Ora c'è la sosta, poi la trasferta con l'Udinese, che sta un po' deludendo le aspettative.
«A Udine ogni anno cambiano tanto. L’allenatore, Sottil, lo scorso anno è partito benissimo, un po' come il Lecce ora e poi si è perso un po' strada facendo. Quest'anno ha delle difficoltà, anche perché ha tanti stranieri, che non subito entrano nella mentalità del posto in cui giocano. Non c'è solo il calcio, ma anche l'alimentazione, religioni e lingue diverse. E tutte queste cose influiscono. Poi hanno cambiato l’attacco, che ultimamente non sta facendo quel lavoro che serve. Però ora hanno 15 giorni di tempo per preparare la partita col Lecce. Sono convinto che la mentalità che D'Aversa ha portato al Lecce sia quella giusta: rispetto per gli avversari, ma paura di nessuno. In tutte le partite che ho visto, ho notato questo. La squadra è la più giovane della serie A, ma i ragazzi a Lecce si sentono tranquilli, si sentono amati e questo si percepisce. Così come - ripeto - si percepisce che società, squadra e pubblico sono un’unica cosa. Ed è molto bello che sia così».