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Vicari mette la firma: «Bari, ripeti l’andata»

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Vicari mette la firma: «Bari, ripeti l’andata»

«Noi oltre le aspettative. E vogliamo restare in alto»

Mercoledì 11 Gennaio 2023, 13:06

BARI - Forse ha impiegato un po’ di tempo, ma Francesco Vicari sta rispettando in pieno il suo compito: essere un pilastro del Bari. Un paio di infortuni hanno rallentato il suo inserimento nella squadra biancorossa: intoppi subiti proprio all’alba della stagione, quando è fondamentale la continuità per trovare la condizione migliore. Tuttavia, dopo aver saltato tre delle prime quattro giornate, il 28enne romano è diventato insostituibile. Basti pensare che nei successivi 15 incontri è stato schierato in ben 14 occasioni, di cui 13 da titolare, saltando per affaticamento soltanto la sfida con il Sudtirol. Ma c’è di più. In ognuno dei sei clean sheet centrati dai biancorossi all’andata, il centrale proveniente dalla Spal è stato presente. Non può essere un caso: è evidente che il suo apporto di esperienza, senso della posizione e abilità in marcatura sia risultato determinante. Sabato riprende il campionato e Vicari parla da leader. Invitando a non abbassare la guardia, soprattutto nel primo impegno del 2023 contro una big come il Parma.

«Quando si rientra da una pausa piuttosto lunga - afferma il difensore - bisogna fare i conti con molteplici incognite. Noi stiamo lavorando sui minimi dettagli, per non farci trovare impreparati, soprattutto sul lato fisico. Il Parma è una squadra molto forte, ma dobbiamo assolutamente raccogliere punti: non dimentichiamo che siamo reduci da una sconfitta, sebbene con il Genoa non avessimo meritato di perdere». Ripercorre con la mente i primi 19 turni ed esprime un desiderio intriso di realismo. «Abbiamo disputato un girone d’andata al di sopra di ogni aspettativa, forse persino superando le nostre possibilità in alcune occasioni. Se dovessi sbilanciarmi oggi in un auspicio, firmerei per ripeterlo. Rivelarsi può succedere per tanti motivi e noi ne siamo stati capaci, pur essendo una matricola. Ma confermarsi è sempre più difficile: il livello degli avversari è molto alto, così come quello medio dell’intero campionato. Tuttavia, siamo una squadra con grandi valori, soprattutto mentali. Ecco, non dobbiamo dimenticare che questa è la nostra dote migliore. Perciò non possiamo abbassare mai la guardia: ci sono squadre più attrezzate, individualità di categoria superiore. Per competere in questi contesti e colmare alcuni gap, noi dobbiamo metterci dell’altro, altrimenti rischiamo di fare molta fatica».

Anche sul piano personale, si pone un obiettivo preciso. «Quando si ha continuità sul piano fisico e mentale, sicuramente le prestazioni migliorano. Rispetto all’inizio del torneo, sono salito di tono, ma ora devo cercare di portare l’asticella ancora più in alto. A cominciare dal profilo realizzativo: non ho mai avuto molta confidenza con il gol, non a caso mi manca da oltre tre anni. Però, le palle inattive vanno sfruttate e devo necessariamente provare a dare il mio contributo con qualche blitz in area avversaria. Per il resto, penso di essere entrato bene nei meccanismi della squadra. In carriera mi è capitato spesso di essere in una difesa a tre, ma le mie mansioni non cambiano poi tanto con il modulo a quattro. La verità è che con la giusta applicazione si può fare qualsiasi cosa. L’affiatamento con Di Cesare migliora di gara in gara: con Valerio ho instaurato un grande rapporto, a volte capita di analizzare determinate situazioni confrontandosi anche fuori dal campo. Ma il reparto difensivo conta su tanti ragazzi di valore: Zuzek, ad esempio, ha attraversato un periodo di adattamento provenendo da una realtà completamente diversa rispetto al calcio italiano, ma il suo potenziale è fuori discussione, è un calciatore davvero bravo».

Sabato occorrerà provare a sfatare tre tabù: il rendimento interno non ancora all’altezza, il successo mancante contro una delle prime otto in classifica e, magari, riuscire a dare una gioia al grande pubblico, poiché fin qui mai è arrivata un’affermazione interna quando l’affluenza ha superato quota 30mila. «Partiamo da un dato fondamentale: il Parma nel girone d’andata è stato condizionato da un numero spropositato di assenze. Stavolta, invece, si presenterà al completo e basta questo per infonderci l’opportuna tensione perché gli emiliani nella loro migliore versione sono una corazzata. E’ vero, finora al San Nicola abbiamo raccolto meno che in trasferta, ma tali tendenze cambiano mille volte nel corso di una stagione. Pertanto, i conti vanno verificati alla fine. Una cosa, però, è certa: il fattore campo va fatto pesare molto di più. Perciò, speriamo di partire forte. Siamo sempre stati in zona playoff, ciò significa che valiamo quanto chi è nella stessa zona di classifica: ci manca l’acuto con una diretta concorrente, ma stento a ricordare qualcuno che ci abbia sopraffatto sul piano della prestazione. Ai tifosi dobbiamo tanto: esibirsi davanti a quasi 50mila persone è una rarità in A, figurarsi in B. Ognuno poi reagisce diversamente davanti al grande pubblico: personalmente, quando c’è tanta gente mi sento realizzato perché solo la presenza dei tifosi ti fa sentire davvero importante. Ecco, magari in un ambiente così carico il rischio è perdere un pizzico di lucidità e peccare di generosità. Ma, in fondo, chi non darebbe tutto pur di vincere ed appagare una passione così grande?».

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