La fabbrica come termometro sociale. E il lavoro come cartina di tornasole di una crisi che non è più rinviabile. L’iniziativa della Fiom dentro lo stabilimento ex Ilva di Taranto parte da qui, da un dato crudo che non ha bisogno di interpretazioni: lavoratori degli appalti senza tredicesima, aziende sull’orlo del baratro, il rischio concreto di licenziamenti che smette di essere ipotesi e diventa realtà quotidiana.
È con queste parole che il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma, ha incontrato l’altro ieri i delegati sindacali all’interno della fabbrica, in una fase che il sindacato definisce senza mezzi termini «particolarmente delicata» per il futuro industriale e occupazionale del gruppo. Un confronto diretto, dentro i reparti, lontano dai tavoli romani e dalle rassicurazioni ufficiali. «C’è chi al governo dice che va tutto benissimo - ha detto De Palma - ma la realtà che vivono i lavoratori racconta altro».
Il cuore della denuncia è lo scollamento sempre più evidente tra ciò che viene annunciato e ciò che accade davvero nei reparti e nell’indotto. La produzione di acciaio, sottolinea la Fiom, è sostanzialmente in linea con quella dello scorso anno, ma con un paradosso sempre più evidente: più cassa integrazione, meno lavoro, manutenzioni ridotte al minimo. «È incredibile - ha osservato De Palma - che l’unica certezza oggi sia la cassa integrazione». Una certezza che pesa soprattutto sugli appalti, anello debole di una catena che rischia di spezzarsi.
Da qui la richiesta di una scelta politica netta. Per la Fiom non esistono scorciatoie: «L’unica soluzione è che la presidente del Consiglio convochi il tavolo a Palazzo Chigi e si assuma fino in fondo la responsabilità di questa vertenza». Sul tavolo, per il sindacato, deve esserci una strada precisa: la creazione di una società a partecipazione pubblica in grado di realizzare il piano di decarbonizzazione già condiviso con il governo e con i commissari. Un piano che prevede una transizione di otto anni, con impianti Dri e forni elettrici a Taranto e Genova, senza strappi e senza scorciatoie. La transizione, però, non può trasformarsi in precarietà permanente. È questo il punto politico e sociale che la Fiom rilancia con forza. «Sappiamo che la decarbonizzazione avrà impatti sull’occupazione - ha spiegato De Palma - ma le persone non possono essere lasciate nel limbo». Per questo il sindacato chiede di superare la cassa integrazione tradizionale e di istituire uno strumento straordinario: una «Cassa per la transizione», che consenta ai lavoratori di restare attivi, formarsi davvero, essere ricollocati anche in nuove realtà produttive che possano nascere attorno all’acciaio di Taranto.
Il tema, dunque, non è solo difensivo. «La soluzione - ha rimarcato il leader Fiom - è aumentare il valore generato sul territorio, non mantenerlo in una condizione di precarietà strutturale». Un messaggio che si intreccia con un altro dato politico rilevante: l’unità sindacale. «La posizione di Fim, Fiom e Uilm è la stessa da una punta all’altra del Paese - ha rivendicato De Palma - non vedo differenze». Unità che viene contrapposta al metodo del governo, accusato di aver tentato una gestione frammentata della vertenza, con tavoli separati e soluzioni parziali. «Il divide et impera non ha prodotto risultati - ha concluso - ha lasciato una situazione drammatica. Il piano di chiusura mascherato da ciclo corto non è stato ritirato». La visita della Fiom in fabbrica, più che un appuntamento sindacale, è diventata così una fotografia impietosa dello stato dell’arte nell’ex Ilva: una fabbrica che continua a produrre, ma senza un orizzonte chiaro; lavoratori che tengono in piedi il sistema, ma senza certezze; un indotto che scivola verso il collasso mentre la politica continua a rimandare le decisioni.
Ma quanto a lungo si può chiedere a migliaia di lavoratori di vivere nell’attesa che logora? Senza un piano industriale credibile, senza una governance chiara, senza una scelta politica definitiva, l’incertezza rischia di diventare l’unica vera costante del futuro.
















