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L'intervista
Antonio Calò
31 Dicembre 2019
«Sta per concludersi un anno straordinario, meraviglioso. Nessuno, in sede di pronostici, ci aveva indicati tra i candidati alla promozione in A o tra i possibili out sider. Invece, la società, intesa come proprietà ma anche come ogni singolo collaboratore, il direttore sportivo Meluso, il tecnico Liverani con il suo staff ed i calciatori hanno realizzato il capolavoro di meritare il salto nella massima serie. Nella prima fase del nuovo torneo di competenza, poi, siamo riusciti a navigare stabilmente in zona-salvezza, davanti o subito dietro a formazioni blasonate che, sulla carta, dispongono di organici più quotati del nostro perché consolidati in tanti campionati di A. Nella storia della nostra società non sono stati molti gli anni paragonabili al 2019». È eccellente il bilancio che il presidente Saverio Sticchi Damiani fa dei 365 giorni che presto lasceranno il posto al 2020. Né potrebbe essere diversamente se si considerano i risultati che il club ha ottenuto nei 12 mesi trascorsi.
Quali sono le tre istantanee con le quali rappresenterebbe il 2019 del Lecce?
«La prima, più che una foto è un filmato e abbraccia l’intera giornata dell’11 maggio, una data che resterà storica per tutti noi. Era in programma l’ultima gara del campionato cadetto, contro lo Spezia, in un Via del Mare stracolmo e ribollente di passione. Vincendo avremmo brindato alla promozione. Ricordo ogni attimo, dalle ore precedenti il match a quelle successive, dei festeggiamenti, allo stadio ed in città. Dovendo fermare un fotogramma, scelgo quello del gol dell’1-0 firmato a Petriccione, che ha fatto esplodere lo stadio. La seconda, riguarda le prime 17 giornate del campionato di A ed è relativa alla rete del 2-2 realizzata a tempo scaduto da Calderoni al Meazza, contro il Milan. La terza, si riferisce ad uno dei tanti momenti nei quali società, tecnici e calciatori sono stati impegnati in gesti di solidarietà concreta nei confronti dei più deboli, di chi ha bisogno. Il calcio dev’essere anche questo».
Dimentica la ristrutturazione del Via del Mare?
«Tutt’altro. In pochissimo tempo, abbiamo adeguato lo stadio a standard da serie A, sostenendo grandi sacrifici. Ma vogliamo fare di più ed in quest’ottica sarebbe fondamentale salvarci».
A che punto è la convenzione con il comune di Lecce?
«C’è stata una decisa accelerazione dei discorsi in corso con l’amministrazione, il che mi fa pensare che presto sarà possibile giungere ad una conclusione positiva».
Il 2019 è terminato con le sconfitte subite contro Brescia e Bologna. La preoccupano?
«Sono state notevolmente differenti. L’unico comune denominatore è rappresentato dal fatto che siamo giunti alle battute finali del 2019 con poche energie, in quanto a tirare la carretta sono stati sempre gli stessi calciatori. Sono convinto che, recuperata la migliore condizione ed inseriti i giusti ritocchi in rosa, attraverso il mercato, giocheremo sino in fondo le nostre carte».
Che 2020 si aspetta?
«I primi 5 mesi saranno durissimi. La classifica è corta. Ogni compagine lotterà con il coltello tra i denti, come faremo noi, per centrare il proprio obiettivo. Se ci salveremo, programmeremo la nuova avventura in A con più tempo a disposizione. Alla retrocessione non voglio nemmeno pensare, ma anche in questo caso il nostro progetto non si interromperebbe e verrebbe rilanciato».
I tifosi sognano qualche colpo di mercato. Circolano già tanti nomi…
«Sono quasi tutti fantasiosi. L’unico reale è quello di Ionita, del Cagliari. Quando abbiamo ipotizzato di arrivare a lui, però, non giocava. Negli ultimi tempi è stato schierato spesso. Dubito che il Cagliari se ne priverà. I rinforzi arriveranno, ma dovranno esserci anche le uscite».
La Fiorentina ed il Sassuolo vorrebbero Farias, mentre mezza serie B corteggia La Mantia. I due attaccanti partiranno?
«Il brasiliano, in estate, ha avuto tante proposte, ma ha scelto Lecce e solo il Lecce ha accettato di fare il sacrificio economico necessario per averlo. La Mantia è uno dei calciatori ai quali sono più affezionato perché incarna la volontà, l’umiltà e la determinazione con le quali abbiamo raggiunto la A. Come abbiamo sempre fatto, qualora i calciatori ricevessero una proposta irrinunciabile alla quale dovesse seguire una offerta altrettanto importante al nostro sodalizio, allora decideremo di comune accordo».
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