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Cresce l'interesse e la richiesta
Antonella Millarte
13 Gennaio 2019
L'esperto in olio Luigi Caricato
“Dacci oggi il nostro olio quotidiano” perché, a quanto pare la crisi non c’è. Possibile? Allargando lo sguardo a livello globale, cresce l’interesse e la richiesta per l’olio di oliva e allora, anche l’Italia deve (e può) voltare pagina.
E’ questa l’opinione, autorevole e di certo un po’ contro corrente in questi giorni di dura protesta da parte degli olivicoltori, dell’esperto in olio Luigi Caricato. E’ lui, pugliese anzi leccese di San Pietro in Lama, ad aver ideato l’Olio Officina Festival. Giunto alla sua ottava edizione, che si terrà a Milano dal 31 gennaio al 2 febbraio, perché olio officina giunto all’ottava edizione, rappresenta una innovazione continua e permanente nella quale quest’anno si parlerà anche di Xylella ma non solo.
“Il tentativo è svecchiare il mondo dell’olio, c’è bisogno di un Andhy Warhol che lo rinnovi. L’olio ha 6000 anni di età – sottolinea l’oleologo Luigi Caricato - ma ha bisogno di nuovi orizzonti. Noi lo percepiamo come un prodotto in crisi, sempre nell’ottica della criticità del momento che va dalla gelata alla xylella, alla mosca olearia: a livello internazionale non è così. C’è una grande richiesta di olio ed anche una nuova ampia produzione in nuovi territori in cui si piantano olivi, quindi fuori dall’Italia la penuria di olio non si sente”.
“Facciamo un esempio con il grano: prima e dopo l’invenzione della mietitrebbia tutto è cambiato. Anche per l’olivicoltura se la rendiamo meccanizzata, la rendiamo sostenibile ed economicamente vantaggiosa senza un calo di qualità, a quel punto tutto diventerà possibile – prosegue Caricato -. Con la mietitrebbia il grano è anche perfettamente pulito, un balzo in avanti di questo tipo si potrebbe fare anche con l’olio. Il passaggio dalla macina pietra al sistema continuo di molitura, oltre 20 anni fa, ha trovato molta opposizione iniziale e poi non più, cogliendone le opportunità”. “Mi rendo conto di sembrare contro corrente – conclude Caricato -. La mia risposta alla crisi è investire in cultura di prodotto unita al marketing. Ma senza conoscenza il markerting è solo un abito vuoto”.
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