di Giannicola D’Amico
FASANO - Mancato versamento del ticket mensa nelle casse comunali: accolta la richiesta di giudizio abbreviato della presunta responsabile.
Si è svolta nei giorni scorsi l’udienza preliminare a carico della 22enne fasanese, S.P. (queste le sue iniziali) ritenuta responsabile di una ammanco di circa 47 mila euro nelle casse comunali, relativo a soldi versati dai genitori dei bambini che avevano usufruito della servizio ma che non sarebbero mai arrivati nelle casse del Comune.
A gennaio scorso la Procura della Repubblica di Brindisi aveva concluso le indagini preliminari e la Guardia di Finanza aveva notificato alla 22enne l’avviso di conclusione delle indagini ed un avviso di garanzia, a firma del sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi Antonio Costantini. Il gup Paola Liaci, preso atto che la 22enne non ha restituito al Comune di Fasano alcuna somma, ha accolto la richiesta di giudizio abbreviato avanzata nel corso dell’ultima udienza da parte del difensore della ragazza, l’avvocato Marcello Zizzi. Ammessa anche la costituzione di parte civile del Comune, il quale si era costituito sempre nel corso dell’ultima udienza per il tramite del capo dell’Avvocatura comunale, Ottavio Carparelli. L’udienza per il giudizio abbreviato è stata fissata al 27 febbraio prossimo.
L’indagine era partita nell’ottobre 2016 quando il Comune di Fasano si era ritrovato con un “buco” di non poco conto nelle proprie casse. A riguardo il sindaco Francesco Zaccaria e i dirigenti comunali avevano presentato un esposto sia alla Procura della Repubblica di Brindisi che alla Procura regionale della Corte dei Conti, per fare luce su quanto accaduto.
A seguito dell’esposto era partita una indagine che si è conclusa a gennaio scorso con la notifica dell’avviso di garanzia alla 22enne che risulta indagata per peculato «poiché con più azioni ed omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, quale affidataria del servizio di riscossione in favore del comune di Fasano delle tariffe relative ai pagamenti dei pasti del servizio di mensa scolastica della scuola dell’infanzia e primaria del medesimo comune, quindi incaricata di un pubblico servizio, omettendo di versare gli incassi delle tariffe relative all’anno scolastico 2015/2016, si appropriava della somma complessiva di 47.663,80 euro».
In pratica secondo quanto accertato dalle indagini la 22enne, titolare di un pubblico esercizio di Fasano presso il quale il gestore del servizio mensa aveva installato un Pos per agevolare i pagamenti dei ticket da parte dei genitori, pur avendo riscosso poco più di 47 mila euro dai genitori dei bambini per il ticket mensa appunto, non ha poi versato il relativo importo nelle casse comunali. Di conseguenza il Comune si è ritrovato un “buco” di 47 mila euro nei conti.
Da ciò la decisione del sindaco e dei dirigenti di sporgere due denunce formali alla magistratura, una a quella penale e l’altra a quella contabile.