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Brindisi, l'isola... infelice
Estate al via tra spiagge sporche

 
spiagge sporche a Brindisi

«L'assuefazione al peggio ha ormai preso il sopravvento»

Martedì 27 Giugno 2017, 11:15

Una nostra lettrice, dalla spiaggia, ha inoltrato alla redazione questa sua nota corredata di foto.

È iniziato il caldo, l’estate è arrivata, i brindisini cercano un posto al sole: non chiedono molto, si ritagliano un piccolo riquadro sulla sabbia, piazzano un ombrellone, una sdraio, un asciugamano, qualche secchiello e qualche paletta sparsi qua e là.

Difficile, però, immaginare castelli di sabbia da costruire con i propri bimbi.

La sabbia cerca a fatica di farsi largo tra rifiuti di ogni genere; cumuli di tronchi si contendono il primato tra bottiglie di plastica, stracci e sacchi neri, portati dalle mareggiate invernali e lasciati lì, senza che un’autorità competente si preoccupi di ripulire e tutelare la salute pubblica degli onesti cittadini, che pagano le tasse.

Senza parlare, poi, di zone dove, ammucchiate da tempo, montagne di alghe, lasciate essiccare al sole, spandono, tranquillamente, i loro fumi tossici, togliendo aria pulita e spazio ai bagnanti, che rassegnati provano ad integrarsi con quello scenario apocalittico.

Non tutti possono permettersi il lusso di frequentare spiagge private, ma tutti hanno il diritto di usufruire di spiagge pubbliche pulite, di parcheggi adeguati, di assistenza bagnanti e di un minimo controllo di polizia.

Non è fantascienza, è civiltà!

Brindisi, in questo boom del Salento, sembra il buco nero di una galassia, dove tutte le scorie vengono assorbite, lasciando che quell’universo turistico, scoppiato nel nostro sud, risplenda più forte, rimanendone, nel contempo, essa stessa esclusa.

Il susseguirsi di fantomatiche Amministrazioni senza etica e amore per la propria città, hanno demotivato i cittadini, fiaccati e arresi al torpore di tale malcostume.

Non c’è più rabbia, né forza per lottare, per cambiare, l’assuefazione al peggio ha preso il sopravvento e, intanto, la nostra città sprofonda in un abisso di indifferenza ed apatia, esclusa da tutto e da tutti.

Un’isola “infelice” in attesa di un Deus ex machina, che risolva i suoi problemi… e chissà che alle prossime elezioni non sia la volta giusta!

[Giulia Cesaria Maltinti]

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