MESAGNE - Angelo Pignatelli non vuole regalie o elemosine, ma con grande dignità chiede di godere dei diritti previsti dalle norme confezionate per le vittime dell’usura e magari tornare, un giorno, a gestire una gelateria nella sua Mesagne, come fatto per tanti anni con il bar Capriccio. Un impegno che lo vede in prima fila, al fianco delle Partite Iva. «Ho incontrato il prefetto di Brindisi nei giorni scorsi - esordisce Pignatelli - e coinvolto tutti i livelli istituzionali su questa problematica. Gli ho chiesto di convocare quanto prima in Prefettura un incontro tra associazioni di categoria, commercianti, artigiani, agricoltori, l’Abi, i Confidi, il rappresentante provinciale della Fondazione regionale Antiusura e i rappresentanti politici del territorio. È necessario che si affrontino le drammatiche problematiche e si trovino le soluzioni». Pignatelli, protagonista suo malgrado di una vicenda partita nel lontano 2007, fa autocritica: «Ho commesso tanti errori, ho dovuto abbandonare il progetto della gelateria nel 2019 e da quel momento ho fatto tanti esposti alle associazioni antiusura e agli enti preposti. Ma siamo a un punto morto».
Pignatelli ha tenuto diversi scioperi della fame, e come gesto dimostrativo è salito in cima al Capriccio, sospeso nel vuoto. «Come fondi antiusura sono stati stanziati appena 18 milioni di euro. Serve un allargamento delle maglie per poter accedere a questi finanziamenti. Tutti abbiamo commesso errori, tutti dobbiamo essere messi nelle condizioni di rimetterci in piedi». Intanto, i suicidi continuano e le normative sono arrivate in ritardo rispetto ad altre realtà europee. «Anzi, si continua a burocratizzare; la situazione è drammatica», chiosa.
Pignatelli cerca un lavoro, un’occasione per vivere dignitosamente. «Se qualcuno ha bisogno di una mano per lavori occasionali di giardinaggio, svuotamento scantinati, in campagna o altro, io sono disponibile. Contattatemi, grazie». Ma a suo dire, nessuno gli avrebbe teso la mano.