Sabato 06 Settembre 2025 | 08:20

Nel Cpr di Restinco «Abel è morto da innocente»: doveva essere assunto, il suo avvocato era deceduto

 
andrea pezzuto

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andrea pezzuto

Nel Cpr di Restinco  «Abel è morto da innocente»: doveva essere assunto, il suo avvocato era deceduto

È scontro politico sulla legittimità o meno di trattenere persone come il bracciante nigeriano. Stefanazzi «Imbottito di psicofarmaci e con il terrore di finire in Albania»

Venerdì 09 Maggio 2025, 13:39

Il decesso nel Cpr di Restinco del bracciante 37enne Abel Okubor sta scatenando disparate reazioni. Il tema della contesa politica verte sulla legittimità o meno del trattenimento nel centro per rimpatri di persone come Okubor. Il giovane nigeriano, infatti, «per 12 anni ha fatto il bracciante in Italia e non aveva alcun precedente penale», ha sottolineato il deputato del Pd, Claudio Stefanazzi, replicando alla dichiarazione in Senato della presidente Meloni sul fatto che le persone che finiscono nei Cpr sono «macchiate da reati gravi, tra cui furti e rapine».

«Abel - ha spiegato il dem - è morto in un Cpr dove si trovava perché gli era scaduto il permesso di soggiorno per un cavillo burocratico sulla ripresentazione di nuova istanza di rinnovo. Abel viveva nel Cpr, come tutti gli altri ospiti, imbottito di psicofarmaci, vivendo nel terrore di essere sorteggiato per un trasferimento in Albania senza comunicazioni e assistenza legale». Aspra la replica del parlamentare della Lega, Igor Iezzi: «I centri servono a rimpatriare migranti irregolari pericolosi che invece il Pd vuole tenere a piede libero nel nostro Paese. Chi è trattenuto in un Cpr può uscire quando vuole purché accetti il rimpatrio. Stefanazzi non sa di cosa parla». Sull’argomento è intervenuto anche un profondo conoscitore della materia come il direttore del consorzio dei servizi sociali dell’Ambito Brindisi-San Vito, Maurizio Moscara, che ha affidato ai social un’amara constatazione: «Abel era vittima innocente del burocratismo all’italiana: il suo avvocato era deceduto e non aveva potuto depositare il ricorso avverso il diniego emanato dalla Commissione territoriale rispetto alla propria richiesta di asilo. Il permesso di soggiorno - è la ricostruzione di Moscara - era così scaduto e Abel era in attesa di rinnovarlo nelle more della presentazione di un ricorso o di una domanda reiterata da parte di un altro legale. Non aveva dunque commesso alcun reato, lavorava come bracciante e, addirittura, aveva un datore di lavoro disponibile ad assumerlo anche subito, se solo in questo sciagurato Paese la forma non venisse sempre prima della sostanza. Abel è morto in un carcere dove si finisce per una irregolarità amministrativa e non per aver commesso un reato. Lo straniero che commette una irregolarità amministrativa finisce nel Cpr in cui si applicano le stesse regole del carcere, senza neanche le garanzie del carcere: reclusione, isolamento, trattenimento forzato, riduzione dei servizi al massimo. Il trattenimento dello straniero irregolare non si fonda su alcuna valutazione sulla sua pericolosità sociale, né sulla commissione di un reato. Abel era un innocente, della sua morte siamo tutti responsabili».

Rispetto alle condizioni del Cpr di Restinco, il ministro Ciriani, nel Question Time di mercoledì, ha chiarito che, come precisato dalla prefettura di Brindisi, «vengono effettuate periodiche visite ispettive volte a verificare la qualità delle prestazioni rese, nonché le condizioni generali di gestione della struttura. Nel dicembre del 2024 una rappresentanza dell’Unhcr ha visitato il Cpr con esito sostanzialmente positivo. Veniva rilevata la presenza di un regolamento del centro che specifica i servizi alla persona (assistenza psicologica, sociale e sanitaria e informativa legale) a disposizione dei migranti. Inoltre, il 12 febbraio un’ulteriore visita di monitoraggio è stata effettuata dal personale del ministero dell’Interno con il supporto della prefettura».

Intanto stamani il Cobas sarà assieme al consigliere regionale Maurizio Bruno davanti al Cpr per esporre i dettagli dell’esposto sulla morte di Abel Okubor.

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