Sabato 06 Settembre 2025 | 12:56

Brindisi: «Anche Eni potrebbe lasciare il territorio»

 
ANDREA PEZZUTO

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ANDREA PEZZUTO

Brindisi: «Anche Eni potrebbe lasciare il territorio»

La Filctem Cgil nazionale: «Nessuna certezza sulla gigafactory». «Senza i cracking Basell in Europa non ha motivo di esistere»

Sabato 25 Gennaio 2025, 14:19

«Condivido l’appello della Cgil Puglia che, nella assemblea regionale del 23 gennaio, ha lanciato l’allarme contro il fermo degli impianti del petrolchimico, emerso al tavolo ministeriale». Così l’assessore regionale Serena Triggiani, che come il presidente della task force regionale, Leo Caroli, chiede a Eni Versalis di mantenere in marcia l’impianto di cracking.

«Non è pensabile un fermo lavoro - prosegue Triggiani -, sarebbe un errore strategico chiudere ogni futuro per la chimica di base. Conseguentemente, abbiamo chiesto che la transizione immaginata e proposta da Eni possa essere graduale e giusta. Ritengo fondamentale che ci sia un tavolo regionale, oltre il tavolo presso il ministero, perché è il nostro territorio che deve essere protagonista del superamento della crisi, è dal nostro territorio che può e deve venire un’azione sinergica e coordinata con proposte per il superamento della crisi industriale e soprattutto occupazionale».

Ieri era a Brindisi il segretario nazionale della Filctem Cgil, Antonio Pepe, che ha espresso la propria preoccupazione.

«Il rischio è che oltre a Enel, anche Eni vada via da Brindisi. A fronte della chiusura dell’impianto di cracking, infatti, è prevista - ha affermato il sindacalista - una joint venture con Seri Industrial per la costruzione della gigafactory, ma non è detto che Eni permanga nell’azionariato. C’è quindi il rischio che anche Eni, in prospettiva, lasci il territorio brindisino lasciando un disastro sociale. E senza i cracking, Basell in Europa non avrebbe più motivo di esistere».

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