BRINDISI - Sei titolari di locali in centro dovranno affrontare un processo penale con l’accusa di aver arrecato «disturbo al riposo e all’occupazione» dei residenti fino al 7 giugno 2022, a causa del «volume elevato della musica e degli schiamazzi degli avventori». Le emissioni sonore sono risultate superiori ai limiti consentiti, stando alle misurazioni eseguite dai funzionari dell’Arpa.
Il procedimento scaturisce dalla denuncia presentata da 54 residenti del Centro, rappresentati in giudizio dall’avvocato Francesco Monopoli.
Il giudice del tribunale di Brindisi, Simone Falerno, sciogliendo la riserva dell’udienza del 7 novembre scorso, ha dichiarato «inammissibile» l’istanza di oblazione proposta dai legali che rappresentano i titolari di due locali e ha disposto la prosecuzione del giudizio per tutti. Prima udienza il 24 dicembre prossimo, stando alla data utile fornita dal sistema computerizzato secondo l’applicativo Giada. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Negro, Arturo Perrone e Alessandro Longo.
I legali, dopo la citazione diretta a giudizio e la fissazione dell’udienza predibattimentale, disposta dal pm Francesco Carluccio, avevano chiesto l’ammissione al rito alternativo attraverso il quale, con il pagamento di una somma di denaro concordata, si estingue il reato contravvenzionale.
Il giudice ha ritenuto «fondamentale» il «contributo conoscitivo» offerto dalle persone offese «ai fini della meritevolezza degli imputati in ordine all’ammissione all’oblazione» e ha evidenziato che ne casi in cui «non vi sia stata alcuna offerta di riparazione del danno, appare integrata la condizioni preclusiva» nel caso in cui «permangono le conseguenze dannose o pericolose del reato eliminabili da parte del contravventore».