MESAGNE - Un tavolo in Prefettura per cercare una gestione alternativa agli 80 ettari di terreno confiscati alla Sacra Corona Unita dopo il fallimento della cooperativa «Terre di Puglia» che dal 2008, sotto l’egida di Libera, l’associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti, ha lavorato su quei campi.
È stata la Prefettura brindisina a convocare il tavolo a cui prenderanno parte anche i sindaci di Mesagne, Torchiarolo, Oria e Fasano con l’obiettivo di trovare una nuova strada per la sopravvivenza di un progetto che ha rappresentato un alto valore simbolico nella lotta alla criminalità organizzata. Come raccontato nei giorni scorsi da Quotidiano di Puglia, la cooperativa aveva accumulato debiti per un ammontare complessivo di 900mila euro che ha fatto scattare la decisione di chiudere i battenti. Ed è stato lo stesso don Ciotti a spiegare chi ha gestito la cooperativa ha avuto i primi problemi durante il Covid quando «la crisi – ha detto il sacerdote – ha travolto il nostro Paese, i prodotti biologici ed etici hanno costi per forza di cose maggiori, e non sempre il mercato è in grado di accoglierli. Sono tutte cose su cui riflettere» per poi ammettere che «qualche errore sarà stato commesso anche nella gestione della cooperativa, è chiaro. Ma questo sarà poi appurato. La mia preoccupazione quando sono sceso in Puglia in queste settimane è stata più che altro stare accanto alle persone che ci lavorano e al tessuto associativo del territorio che ha senza dubbio accusato un duro colpo».
La speranza, quindi, è ora quella di trovare una strada nuova per portare avanti il progetto che negli anni ha coinvolto migliaia di giovani del territorio e non solo.