Sabato 06 Settembre 2025 | 12:54

Brindisi, veleni sulle elezioni. L’ombra del voto di scambio nel quartiere Sant’Elia

 
Stefania De Cristofaro

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Stefania De Cristofaro

Brindisi, veleni sulle elezioni. L’ombra del voto di scambio nel quartiere Sant’Elia

Il Comune di Brindisi

Le intercettazioni e la lite tra pregiudicati

Sabato 21 Settembre 2024, 12:05

BRINDISI - «Nel corso dell’indagine, è emerso il coinvolgimento di Vincenzo Corsano nell’ultima competizione elettorale volta al rinnovo del candidato sindaco di Brindisi: ha dimostrato un forte e inquietante ascendente esercitato nella zona del rione Sant’Elia, tale da permettergli di interferire anche nel libero esercizio del voto, a dimostrazione della sua personalità negativa». Se è vero che non c’è stata alcuna contestazione rispetto a ipotesi di reato come la corruzione elettorale, è vero anche che per la Procura di Brindisi - che stava indagando su un sodalizio specializzato in furti di auto da gennaio a ottobre 2023 - alcune intercettazioni hanno «rivelato precisi riferimenti a una compravendita di voti», in cui Corsano, alias Chiavolla, 53 anni, brindisino, finito in carcere martedì con l’accusa di essere stato a capo dell’associazione, «è risultato svolgere un ruolo di primaria importanza» nel corso delle consultazioni elettorali che si sono svolte il 15 e il 16 maggio dello scorso anno e il 28 e il 29 maggio per il turno di ballottaggio.

Il riferimento alle amministrative, poi vinte dal centrodestra con Giuseppe Marchionna (53,99%) nella sfida con Roberto Fusco sostenuto da 5 Stelle, Pd e alcune civiche (46,01%) è contenuto nell’ordinanza della gip Barbara Nestore. Marchionna e Fusco, così come gli altri candidati sindaco (l’uscente Riccardo Rossi e Pasquale Luperti) hanno preso le distanze da questo scenario. Chiedono tutti estrema chiarezza e rinnovano la fiducia nell’attività della magistratura per chiarire se e in che termini ci sia stata una compravendita di preferenze, in modo tale da restituire la serenità che al momento sembra vacillare. Fusco questa mattina terrà una conferenza stampa.

Due sono le intercettazioni riportate nelle oltre 700 pagine dell’ordinanza, con rinvio agli atti d’indagine coordinata dal pm Mauron Gallone. La prima è del 29 maggio 2023: «Viene fatto un chiaro riferimento da parte di Corsano a voti da procurare un cambio di 30 euro, lasciando trasparire» che si tratta di «un incarico da assolvere». Corsano parla con Salvatore Pizzolante, 35 anni, altro indagato in carcere con l’accusa di aver fatto parte del sodalizio dedito ai furti: «Trenta euro per uno chi le vuole? Andate a votare! Voi! Che io lo so come funziona». Pizzolante chiede: «Chi è che deve dare 30 euro?». Corsano: «Andiamocene. Dobbiamo andare a trovare i voti». Di nuovo Pizzolante: «Tu gli devi dare 30 euro?». «Sì». «A loro? (...) E i soldi te li hanno dati?». Corsano: «Sì».

Altra conversazione considerata «eloquente» è del 30 maggio 2023, «nella quale trova conferma la dazione di 30 euro» da parte di Corsano per «far votare un candidato non identificato» e si riferisce a rimostranze ricevute da Corsano da parte di un tale Andrea (non è indicato il cognome) che sarebbe stato «ulteriore tramite tra Corsano e un’altra persona, verosimilmente un politico o qualcuno a sua volta vicino a un politico locale», dal quale avrebbe avuto il mandato a svolgere l’operazione. Andrea oppone «un secco rifiuto a corrispondere il totale dovuto per i voti procurati da Corsano, perché in un caso è stata inviata tre volte la stessa foto» come prova del voto. Corsano a quel punto chiede a un familiare, che »a sua volta avrebbe fatto da tramite in precedenza, di riferire» a chi aveva mandato quelle foto di «restituire i 30 euro», rivolgendo anche minacce. «Digli che io senza macchina li lascio». Corsano (avvocato Andrea D’Agostino) nell’interrogatorio di garanzia ha ammesso di aver commesso i furti, negato le estorsioni e l’esistenza di un’associazione. Nessuna domanda sulla compravendita di voti.

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