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Erchie, la dottoressa aggredita ora medita di lasciare l’incarico

 
Andrea Pezzuto

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Andrea Pezzuto

Erchie, la dottoressa aggredita ora medita di lasciare l’incarico

In paese «moria» di medici di base, chiesto aiuto al prefetto

Sabato 07 Settembre 2024, 12:55

ERCHIE - Un’altra dottoressa insultata e minacciata. È successo alla guardia medica di Erchie. La professionista, insediatasi da meno di un mese - colmando così un posto vuoto e dando finalmente un servizio alla comunità - ha segnalato gli episodi all’amministrazione comunale, che sulla sua pagina Facebook ha inteso richiamare i cittadini all’ordine. L’episodio riguarda un paziente che pretendeva la prescrizione di alcuni farmaci. La dottoressa gli ha spiegato che non poteva emettere una ricetta senza conoscere preventivamente le patologie. Risultato: il paziente è andato in escandescenze. La dottoressa a giorni dovrebbe firmare il contratto a tempo indeterminato.

La professionista viene dal servizio di emergenza-urgenza 118 e sarebbe al momento molto dubbiosa, secondo le voci raccolte, sulla possibilità di firmare il contratto. Della vicenda di Erchie sono stati informati i carabinieri. La Federazione dei medici di medicina generale lamenta che «i medici di famiglia non possono diventare capri espiatori per le mancanze del sistema sanitario.

Dietro le minacce alla dottoressa di Erchie c’è cattiva educazione ma anche disservizi causati dalle carenze di personale. In un centro di 8mila abitanti - commenta Donato Monopoli, segretario Fimmg Brindisi - si è passati in pochi anni da 8 a 3 medici di famiglia. In questa situazione di emergenza è ormai improcrastinabile intervenire sulle cause strutturali». Il rischio è che «la dottoressa di Erchie, come tanti altri medici prima di lei, abbandoni il servizio pubblico o rinunci addirittura alla professione. Cosa stiamo aspettando per intervenire?», conclude Monopoli.

L’Ordine dei medici di Brindisi stigmatizza l’escalation di aggressioni ai danni di sanitari e chiede un intervento della Regione. «Il clima in cui oggi si opera nel contesto sanitario - dice il presidente dell’Ordine dei medici di Brindisi, Arturo Oliva - è di costante tensione. È evidente che gli atti di repressione non sono sufficienti: alla base del fenomeno vi è innanzitutto la scarsità del personale. Ci rivolgiamo al presidente Emiliano affinché la Regione, per le sue competenze, individui misure concrete a tutela dei professionisti».

E a proposito di carenze di organico, le organizzazioni sindacali Fials, Cimo-Fesmed e Anaao-Assomed, rappresentando le preoccupazioni e le istanze della maggioranza dei dipendenti della Asl di Brindisi, annunciano la dichiarazione dello stato di agitazione «a seguito delle gravi criticità irrisolte all'interno dell'azienda sanitaria. Nonostante i numerosi tentativi di dialogo con la direzione generale, i problemi che affliggono il personale e il servizio sanitario locale persistono, mettendo a rischio la continuità assistenziale e la qualità delle cure. La situazione si presenta estremamente preoccupante sotto diversi aspetti». In primo luogo, «la carenza di organico è diventata una vera e propria emergenza. La mancanza di medici, infermieri e personale amministrativo ha raggiunto livelli insostenibili. Questa situazione sta portando al collasso diversi reparti ospedalieri, con conseguente riduzione dei servizi essenziali per i cittadini».

A peggiorare ulteriormente il quadro, «si registra la chiusura e l'accorpamento di diversi reparti». Un altro grave problema è rappresentato dal «mancato avvio delle procedure concorsuali per l'assunzione di nuovo personale. Nonostante la necessità pressante di nuove risorse, le procedure per l'assunzione di medici, operatori socio-sanitari, logopedisti e fisioterapisti sono bloccate». Alla luce di questa situazione critica, le organizzazioni sindacali chiedono l'intervento immediato del prefetto. 

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