Sabato 06 Settembre 2025 | 18:55

Fasano, ex ridotta in fin di vita: a processo il 45enne

 
Mimmo Mongelli

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Mimmo Mongelli

Fasano, ex ridotta in fin di vita: a processo il 45enne

È accusato di tentato omicidio e di lesioni personali. Il pestaggio avvenne nel bar dell’uomo davanti al figlio di dieci anni, poi le botte anche al nuovo compagno della donna

Venerdì 26 Aprile 2024, 11:33

FASANO - Slitta il processo, che sarà celebrato con rito abbreviato, al 45enne fasanese che il 20 ottobre scorso massacrò di botte l’ex compagna davanti al figlioletto di 10 anni.

Un impedimento del difensore dell’imputato, accusato di tentato omicidio e lesioni personali (questa contestazione deriva dal fatto che il giorno successivo alla brutale aggressione ha picchiato l’attuale compagno della donna), ha fatto slittare l’udienza. Il difensore ha chiesto e ottenuto per il suo assistito l’ammissione al rito abbreviato condizionato all’acquisizione delle indagini difensive. Il processo sarà celebrato dinanzi al gup del Tribunale di Brindisi Simone Orazio.

Dopo una settimana dal fatto, l’uomo fu arrestato dai carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Da allora è in prigione (attualmente a Lucera).

Il pestaggio è avvenuto all’interno del bar dove il 45enne lavorava. La sera del 20 ottobre dell’anno scorso la donna - una fasanese di 48 anni - si è presentata nel pubblico esercizio con il figlio di 10 anni. L’esercente si è scagliato contro l’ex compagna con inaudita violenza. In suo soccorso è intervenuto un avventore del bar.

«La vittima - hanno spiegato il giorno dell’arresto del 45enne gli investigatori - recatasi inizialmente all’ospedale di Fasano, per paura di ritorsioni da parte dell’aggressore, non rendendosi conto della gravità delle lesioni, ometteva di raccontare ai sanitari la violenta aggressione ma il giorno seguente, per l’aggravarsi delle sue condizioni, è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Perrino di Brindisi dove è stata sottoposta a un urgente intervento chirurgico che le ha salvato la vita».

L’équipe chirurgica che ha eseguito l’intervento ha dovuto asportare la milza. La segnalazione è arrivata ai carabinieri dall’ospedale. I militari dell’Arma si sono subito messi in moto per ricostruire la dinamica del fatto. Ricostruire quello che è successo non è stato facile per gli investigatori dell’Arma, che hanno dovuto fare in conti con troppi «Non c’ero» e «Non ricordo».

Il brutale pestaggio nel bar ha avuto un seguito.

«Nel corso della serata del 21 ottobre - hanno spiegato i Carabinieri – l’indagato, dopo aver rintracciato l’attuale compagno della donna, in un primo momento ha intrattenuto con questi una controversia generata da banali pretesti e, dopo averlo aggredito fisicamente, è fuggito via».

Di qui l’ulteriore contestazione al 45enne, oltre a quella di tentato omicidio, di lesioni personali.

Gli elementi raccolti dai carabinieri hanno consentito al pm Giovanni Marino, a cui è stato affidato il fascicolo di indagine, di richiedere, ed ottenere, la misura cautelare della custodia in carcere. In sede di interrogatorio di garanzia ha risposto alle domande del gip e ha, sostanzialmente, confessato di aver picchiato l’ex compagna. Ha aggiunto che non era assolutamente sua intenzione che finisse nello stato in cui l’ha ridotta.

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