«L’aumento del ticket e dell’abbonamento dei parcheggi serve a coprire i mancati introiti dovuti all’eliminazione della tassa d'imbarco dal patto con il governo». È l’affondo del capogruppo di Brindisi bene comune Riccardo Rossi. Oggi il consiglio comunale approverà il nuovo Piano di riequilibrio finanziario per il rientro dal predissesto, che per l’ex sindaco è eccessivamente sbilanciato sulle tasche dei cittadini, costretti anche a pagare un’addizionale comunale Irpef più consistente rispetto a quanto previsto dall’amministrazione Rossi.
Il sindaco Marchionna, a seguito delle proteste, sta ricalibrando gli aumenti del costo della sosta in Centro inseriti nella bozza del Piano industriale della Brindisi Multiservizi. Tuttavia, l’incremento di ticket e abbonamenti resterà sensibile. Anche perché, come sottolineato dal consigliere leghista Ercole Saponaro, «le tariffe non hanno subito ritocchi per vent’anni» e «uno stallo in Centro costa attualmente solo 20 centesimi al giorno».
Il nuovo Piano di riequilibrio sostituirà quello varato nel 2020 e prevederà una rata annuale di rientro di 2,4 milioni di euro. In tre anni, l’ente è riuscito a ridurre il passivo da 54 milioni a 37 (cifra attestata nel rendiconto del 2022). Particolarmente proficua si sta rivelando l’attività di accertamento e riscossione dei tributi. Nel 2023, tra Tari e Imu sono stati notificati accertamenti per oltre 12 milioni di euro. Gli incassi relativi all'Imu, nel 2022 risultavano pari a 1,5 milioni di euro, mentre per la Tari si sono attestati sui 500mila euro. «Stiamo avendo grandi soddisfazioni dagli incassi dei tributi. Registriamo - racconta il dirigente ai Servizi finanziari, Gabriele Falco - eccezionali effetti dalla possibilità di rateizzare in 72 mesi e dallo stralcio delle cartelle. Devo dire che molte persone stanno pagando». Con la riforma fiscale, chi dimostrerà di avere difficoltà temporanee e deve al fisco fino a 120mila euro potrà contare nel 2025 e 2026 su una rateizzazione in 84 rate, nel 2026 e 2027 su 96 rate, 108 se la rateizzazione è chiesta tra il 2028 e il 2029, e per quelle chieste dopo il 2031 si valuterà l’estensione a 120 rate.
Una volta approvato il Piano di riequilibrio in consiglio comunale, il Mef dovrà fornire il proprio parere. Dopodiché, il documento dovrà passare dal vaglio della Corte dei conti.