Sabato 06 Settembre 2025 | 17:43

Black friday, chi e come risparmia? Ecco come funziona l'e-commerce

 
FLAVIO CELLIE

Reporter:

FLAVIO CELLIE

L’intervista Black friday spiegato da chi lo conosce dall’interno

Mariangela Marseglia, l’ostunese country manager Amazon: «Se un negoziante non ha una vetrina online perde una serie di occasioni»

Domenica 19 Novembre 2023, 13:11

OSTUNI - È sicuramente il periodo più atteso dagli amanti degli acquisti soprattutto in periodo pre-natalizio. Stiamo parlando del Black Friday un appuntamento consolidato che arriva come di consueto ormai da qualche anno nell’ultimo venerdì di novembre. I carrelli degli utenti degli store online ormai sono già pieni in attesa delle offerte che sono già iniziate da venerdì scorso. Il budget medio è di 232 euro, con una crescita di circa il 20% contro i 194 euro spesi lo scorso anno. Un aumento con una doppia valenza: l’obiettivo di risparmiare qualche cosa sui regali di Natale. Una mossa che interessa una amplia platea perché quasi un terzo degli italiani pensa di acquistare durante il Black Friday fino alla metà dei pensieri per il Natale. La voglia di spendere c’è, ma solo se le offerte dei commercianti verranno valutate come realmente convenienti. Di quanto? Uno sconto tra il 30% e il 40% del prezzo.

La piattaforma più utilizzata per gli acquisti è sicuramente Amazon e anche per questo incontriamo l’ostunese Mariangela Marseglia, country manager Amazon per Italia e Spagna. Forbes l’ha inserita tra le 100 donne italiane di successo e figura tra i primi posti della classifica delle 50 più influenti nel campo della tecnologia, ma Mariangela Marseglia non ha mai dimenticato le sue radici e il forte legame con Ostuni, città che ha lasciato per andare prima negli Stati Uniti per avviare il suo percorso lavorativo.

Da Ostuni agli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito…mi racconta qual è stato il suo percorso lavorativo?

«Ho cominciato nel ‘99 in multinazionali come Price Waterhouse Coopers occupandomi di consulenza fiscale, un mondo non proprio affascinante. Poco dopo sono passata al settore Marketing e Comunicazione in Unilevers, tra Milano e Londra. Poco dopo c’è stato un altro passaggio in un’altra multinazionale americana e di lì a poco, nel 2010, sono approdata ad Amazon con la quale ho fatto lo start up d’azienda in Italia, praticamente non esisteva – e nel 2010, io e un altro gruppo di trentenni l’abbiamo tirata su».

Portare Amazon in Italia deve essere stata una scommessa interessante, considerando la nostra tendenza al tradizionalismo. Come è stato l’avvio del progetto rispetto ad altre nazioni?

«Ammetto che ci abbiamo pensato a lungo, in Francia lo avevamo lanciato 10 anni prima e da allora il progetto Italia è rimasto in sospeso perché eravamo a conoscenza di un contesto non particolarmente favorevole. Siamo il Paese del contante e ovviamente un e-commerce si basa sulle carte di credito, siamo un Paese in cui bisogna sempre “toccare e vedere” perché non ci si fida, e convincere a comprare a scatola chiusa tramite e-commerce poteva essere un problema. C’erano delle difficoltà oggettive proprio legate al sistema Paese, ma in realtà quando siamo arrivati c’è stata una reazione positiva, mancava l’offerta più che la domanda e quando porti alla gente tutto, velocemente e con prezzi competitivi, le persone si innamorano del progetto».

Amazon ha accorciato le distanze, offerto la possibilità a chiunque di acquistare ciò che non era reperibile in prossimità e contribuito notevolmente a costruire fiducia negli acquisti online, come ha cambiato le abitudini delle persone?

«Ciò che dici è vero, e io sono davvero fiera del progetto Amazon, perché ha davvero contribuito a modernizzare il Paese. Anzitutto ha modernizzato la logistica, quando noi siamo arrivati – nel 2010 – solo l’idea di ricevere una cosa che avevi acquistato, o una lettera, o una cartolina, in soli due giorni era impensabile. Abbiamo quindi contribuito a una spinta di modernizzazione della logistica in generale, perché Amazon ha stabilito uno standard e gli altri hanno dovuto adeguarsi di conseguenza. La fiducia di cui parli è importantissima, l’intero modello di business è basato sulla fiducia e noi abbiamo un servizio clienti impostato a risolvere problemi, mentre in molti altri casi già riuscire a farsi rispondere al telefono è una vera impresa. Uniamo il Paese da Nord a Sud. Ad esempio non c’è una libreria in ogni posto, ci sono librerie nelle grandi città – ad Ostuni siamo fortunati perché ne abbiamo una storica e bellissima di Francesco (Bottega del Libro, n.d.r.), ma in moltissimi posti non c’è e noi spediamo anche nelle comunità montane, arriviamo nel 98% del Paese, non so quale sia quel 2% sfortunato ma probabilmente luoghi che non sono nemmeno abitati. Tutto questo ha avvicinato molto le persone all’e-commerce e di conseguenza anche le altre aziende hanno dovuto adeguarsi per competere, il che va a vantaggio della gente».

L’e-commerce non è visto di buon occhio dalle piccole imprese, sulla base della tua esperienza, a quale forma di mercato dovremmo puntare?

«Quello contro l’e-commerce è un pregiudizio, anche quando arrivarono i grandi centri commerciali si ipotizzava la chiusura dei piccoli negozi di prossimità. Io credo che ci sia un’evoluzione naturale delle cose e bisogna andare dove va la domanda. Nel caso specifico dell’e-commerce è un fatto che, oggi, un italiano su due fa acquisti quotidianamente sul digitale, per cui se un negoziante non ha una vetrina digitale non ha accesso a una serie di occasioni di vendita. Io credo molto nella multi canalità: metà di ciò che viene venduto da Amazon non è venduto direttamente da noi ma da terze parti, che spesso sono piccole e medie imprese. Ad oggi sono 20.000 le piccole e medie aziende italiane che vendono tramite la piattaforma Amazon e questa è una possibilità per loro di arrivare a costi bassissimi anche all’estero. Durante la pandemia molti negozi erano chiusi, quelli che invece avevano un canale e-commerce hanno venduto molto più della norma e per tantissime di queste aziende siamo stati la salvezza. È una cosa che rende me e i miei colleghi molto orgogliosi perché siamo stati un aiuto per queste aziende e non il contrario».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)