BRINDISI - Un magro premio di consolazione (in media, poco più di 2mila euro a testa) a fronte di cifre ben più consistenti (e documentate, sebbene in massima parte non accolte) perse a causa dei raccolti andati distrutti dalle calamità naturali.
Un vero e proprio... contentino quello concesso dalla Regione Puglia alle 31 aziende del territorio brindisino che avevano chiesto il ristoro dei danni provocati dalla siccità nel periodo compreso tra l’1 gennaio e il 30 settembre 2022 e la cui istanza era stata accolta dal Comune di Brindisi (che, invece, aveva rigettato la domanda fatta da altre 9 imprese agricole per mancanza dei requisiti prescritti).
Per avere un’idea della sproporzione tra domanda e offerta, basti pensare che il Comune, con delibera di Giunta dello scorso aprile - in accoglimento di 31 delle 40 istanze presentate - aveva approvato l’elenco degli aventi diritto, dando al contempo atto che l’importo delle somme destinate a contributo a favore delle aziende interessate era stato quantificato in 942mila euro. Cifra poi comunicata al Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia. In risposta, quest’ultima ha ritenuto di accertare in appena 78mila euro la somma da assegnare al Comune di Brindisi (e, in seconda battuta, alle 31 aziende ammesse al beneficio), pari a poco più dell’8% (!) della somma inizialmente richiesta (e tenendo conto che il contributo può essere concesso sino ad un massimo dell’80% delle spese sostenute effettivamente in quanto documentate).
Una presa in giro, in buona sostanza, per gli imprenditori agricoli brindisini che speravano nel rimborso di cifre ben più elevate. E invece dovranno accontentarsi di circa 2.300 euro a testa (chi ne avrà di più, chi meno) quando la legge consente un risarcimento sino a 10mila euro.
Al danno, insomma, si aggiunge la beffa, con l’unica nota positiva (si fa per dire...) rappresentata dal fatto che usufruiranno dell’incentivo economico ad appena un anno dal periodo (gennaio-settembre 2022) in cui la siccità ha colpito il territorio brindisino. Generalmente, infatti, si devono attendere anni prima di ottenere il ristoro. Evidentemente in questo caso la Regione ha voluto accelerare i tempi, trattandosi di... spiccioli rispetto all’iniziale richiesta.