BRINDISI - Il postino suona sempre due volte, recitava il titolo di un noto film degli anni ‘80 con l’attore Jack Nicholson. A Brindisi, invece, può capitare che non lo faccia nemmeno una volta, con la conseguenza che per poter ritirare una raccomandata - in mancanza della consegna a mano al domicilio - può trascorrere anche (se non oltre) una settimana. E... pazienza se possa trattarsi di qualcosa di importante e/o urgente.
E’ quanto accaduto all’amministratore di una azienda privata che, a distanza di sei giorni dal recapito dell’avviso di ricevimento di una lettera a lui indirizzata, pur essendosi recato per ben due volte all’ufficio postale, non solo non ha ancora in mano nulla, ma addirittura - paradosso all’inizio neppure immaginabile - è stato invitato dall’impiegato di turno allo sportello di... andare egli stesso alla ricerca del portalettere (che, ulteriore assurdità, ha ancora con sè la stessa missiva), quasi a voler capovolgere le modalità con cui si deve attuare il servizio.
Ma andiamo per ordine. «Era mercoledì scorso quando, scendendo dalla mia abitazione - racconta l’utente del disservizio - ho trovato nella cassetta postale un avviso per una raccomandata. Ho subito dato un’occhiata all’orario segnato sull’avviso: le 13.35, un momento in cui ero a casa con la mia famiglia a non più di 2-3 metri dal citofono. Nessuno ha suonato, neppure... per sbaglio: come mai? Per quale ragione, visto che non è la prima volta che mi capita una cosa del genere, soprattutto d’estate il portalettere non suona al citofono per la consegna a mano?».
Ma non è finita qui. Anzi, l’odissea è poi proseguita presso l’ufficio centrale di piazza Vittoria: «Il giorno dopo - aggiunge l’amministratore di azienda - mi sono recato allo sportello, ma l’impiegato mi ha rispedito subito indietro, dicendo che la raccomandata non era ancora in sede e che era in possesso del portalettere. Alle mie rimostranze in ordine al fatto che l’addetto alla consegna non aveva suonato al citofono, lo stesso impiegato mi ha risposto invitandomi a presentare una lettera di protesta, o meglio ancora mi ha suggerito di andare a cercare il postino, neppure indicandomi dove. Ma non è il portalettere che deve cercare il destinatario o... è cambiato il mondo?».
La disavventura è poi proseguita il lunedì successivo: «Prima di congedarmi - prosegue l’utente - ha poi aggiunto che, in ogni caso, il lunedì successivo l’avrei trovata sicuramente in sede. Ma così non è stato: oggi (ieri per chi legge, ndr) mi sono recato in piazza Vittoria e un altro impiegato mi ha comunicato che la raccomandata non è stata ancora recapitata all’ufficio e che lì non arriverà prima di otto giorni. In pratica, questa lettera di lavoro sta nella cartella del portalettere che da giorni se la porta in giro. Ma è accettabile un disservizio del genere? E se si trattasse di una questione importante o urgente, chi rimedierebbe ad eventuali conseguenze negative?».