BRINDISI - Tutti in piazza contro lo sfascio che sta subendo la Sanità brindisina. Fervono i preparativi e crescono le adesioni alla manifestazione cui la Cgil darà vita domani pomeriggio alle 18 dinanzi all’ospedale Perrino, con la partecipazione di diverse associazioni, movimenti, liste civiche e partiti, ad iniziare dal Partito Democratico cittadino, dal Movimento 5 Stelle e dalla lista «Roberto Fusco sindaco». Non sarà una manifestazione fine a se stessa perché in realtà darà l’avvio ad un’assemblea permanente tesa a denunciare quanto sta accadendo ed a reclamare atti concreti per fermare il disastro. Non a caso lo slogan dell’iniziativa è: «Sanità è allarme rosso».
Una sorta di Sos che scaturisce non solo da quanto avvenuto finora (chiusura di alcuni reparti se servizi azzerati in tutti gli ospedali della provincia) ma anche dal rischio di un ulteriore peggioramento della situazione, sulla base di quello che la Cgil definisce «lo scandaloso Piano di riordino disegnato nei giorni scorsi al livello regionale. Un piano che la dice lunga - si legge tra le altre cose in una nota a firma di Antonio Macchia (segretario generale Cgil Brindisi), Michela Almiento (segretario generale Spi Cgil Brindisi e Chiara Cleopazzo (segretario generale Fp Cgil Brindisi) - sull’”attenzione” della Regione nei confronti di questa popolazione. Basti pensare - sostengono i tre sindacalisti - solo al fatto che dei 900 posti letto concessi a tutti i pugliesi, a Brindisi, già ultima in classifica rispetto alle altre province nel rapporto tra posti letto per migliaia di abitanti (con una media del 2,7 circa), ne vengono assegnati solo 30. Esattamente un trentesimo dei posti previsti dal piano, pur essendo la popolazione della provincia brindisina pari a un decimo della popolazione pugliese».
Ciò che a questo punto si intende urlare scendendo in piazza è la necessità di fermare la deriva: «L’Asl di Brindisi - dicono i tre segretari - dovrebbe essere messa nelle condizioni di colmare il gap esistente con le altre Asl pugliesi, seguendo principi di equità e giustizia sociale». Ma le intenzioni sembrano altre e pare vengano da lontano: «Da anni - proseguono i tre rappresentanti - la Camera del Lavoro di Brindisi, in uno con le sue categorie della Fp Cgil e dello Spi Cgil, denuncia i problemi della Sanità e lancia allarmi sul progressivo smantellamento di un diritto costituzionalmente garantito ai cittadini in questo territorio. Purtroppo, oltre ad essere stati “facili cassandre”, non possiamo assistere passivamente all'ulteriore progressivo smantellamento del Sistema sanitario che tocca limiti di guardia mai raggiunti prima, facendo saltare completamente i cosiddetti Livelli essenziali di assistenza (Lea) per tutti i brindisini».
Da qui la necessità di una mobilitazione: «È ora di interrompere questa spirale involutiva pericolosa volta alla cancellazione della Asl di Brindisi e dei suoi ospedali. Rivendichiamo per questo motivo - si legge tra le altre cose nella nota - il diritto sancito dall'articolo 32 della Costituzione attraverso un piano sanitario straordinario per Brindisi a cominciare da una programmazione assunzioni rispondente ai reali fabbisogni e da una complessiva rivisitazione e riorganizzazione delle strutture ospedaliere e distrettuali». Si chiede di fatto un piano di riordino sanitario straordinario per Brindisi, «al solo fine di rivendicare il diritto alla salute della cittadinanza brindisina presente e futura».