BRINDISI - Una persona è morta e un’altra è rimasta ferita in un incendio appiccato da un migrante nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Restinco-Brindisi. Lo conferma la Polizia. L'incendio è divampato in una stanza, attorno alle 13. Secondo una prima ricostruzione dei fatti il rogo avrebbe interessato un materasso e e si sarebbero propagate. Sarebbe stato appiccato da un ospite originario del Gambia per protesta.
Il fumo avrebbe coinvolto un'altra persona che stava dormendo, uccidendola. La vittima sarebbe del Marocco e avrebbe poco meno di 40 anni. L'incendio ha sprigionato molto fumo che ha intossicato il migrante che è morto. La persona rimasta ferita è stata medicata in ospedale ed è stata dimessa
Da quanto si apprende da stamattina sarebbero stati spenti altri incendi, senza grosse conseguenze. Sul posto i vigili del fuoco che si sono recati più volte, polizia e 118.
Anpi Brindisi: «Le strutture lager vanno chiuse»
«Non è la prima volta che a Restinco accadono tragedie provocate dalle assurde condizioni di vita di chi è rinchiuso in tali strutture, veri e propri lager». E' quanto afferma in una nota la sezione Anpi Brindisi dopo la notizia della morte di un migrante 40enne nel Cpr di Brindisi-Restinco a causa del fumo sprigionato da un incendio che sarebbe stato appiccato da un altro ospite della struttura per il rimpatrio.
«Già il garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, nel suo rapporto - prosegue l'Anpi - riscontra e segnala la fatiscenza delle strutture, la sistematica disapplicazione delle norme, l’assenza di protocolli tra enti gestori e Asl, il totale isolamento di tali strutture dal territorio, e l’assenza di qualsiasi attività dedicata agli 'ospitì. E il Cpr di Restinco non è un’eccezione». «A Brindisi - conclude - l’Anpi, la Comunità africana, il Forum per cambiare l'ordine delle cose, la società civile sono scesi in piazza lo scorso anno assieme ad altre associazioni per denunciare questo stato di cose. Ribadiamo: i Cpr vanno chiusi subito. Va garantita la vita a tutti. Va restituita la dignità a tutti»