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Presenza medici non più assicurata h24 nei Ppit di Mesagne e Ceglie

 
Antonio Negro

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Antonio Negro

Presenza medici non più assicurata h24 nei Ppit di Mesagne e Ceglie

Caroli (FdI): «Dopo la chiusura di San Pietro e Cisternino, è un accanimento»

Sabato 29 Ottobre 2022, 13:22

La desertificazione dei servizi all’interno dei presidi sanitari del territorio brindisino prosegue, con grave pregiudizio dei servizi che dovrebbero essere resi agli utenti: tra pochi giorni, dall’1 novembre prossimo, non dovrebbe essere più garantita la presenza di un medico 24 ore su 24 nei Presìdi sanitari di primo intervento territoriale (Ppit) di Mesagne e di Ceglie Messapica.

È appena il caso di ricordare che la funzione per cui i Pta furono a suo tempo concepiti è quella di fornire un primo soccorso ai potenziali pazienti del territorio di competenza, al fine di non ingolfare i Pronto soccorso degli ospedali, per disturbi o patologie magari diagnosticabili e risolvibili attraverso l’ausilio medico di una struttura di prossimità.

Ci si chiede allora, alla luce della riorganizzazione in atto che è in realtà un vero e proprio depotenziamento dei Pta - e considerando che Mesagne e Ceglie Messapica in ordine di tempo non sono i primi nel Brindisino a subire simili «ridimensionamenti» - se non si stia di fatto snaturando e vanificando la funzione di tali Punti di prima assistenza sanitaria dove, a questo punto, in alcune fasi delle 24 ore, si rischia di trovare a malapena un infermiere che, per ovvie ragioni, e con tutto il rispetto, non può fare scelte oltre le proprie competenze.

Da qui anche le prime dure reazioni del mondo politico: «Se a livello nazionale sono in vendita i biglietti della Lotteria Italia, in provincia di Brindisi - denuncia il consigliere regionale Luigi Caroli (FdI) - la lotteria riguarda la Sanità. Perché ci vuole davvero fortuna ad ammalarsi o infortunarsi quando nei Punti di primo intervento Territoriale di Ceglie Messapica e Mesagne è in servizio un medico. Una penalizzazione che appare persecutoria - aggiunge Caroli - da parte dell’Assessorato regionale alla Sanità nei confronti dei brindisini che in pochi mesi hanno visto chiudere prima il Ppit di San Pietro Vernotico, poi di Cisternino e ora fortemente ridimensionati quello di Ceglie e Mesagne, oggetto di una organizzazione caotica. Sembra, infatti, che dal prossimo 1 novembre nei due Punti la mattina dovrebbe esserci un medico, il condizionale è d’obbligo perché la presenza non è garantita in maniera continua, peggio il pomeriggio dove la riduzione dell’organico è del 50%, per cui la presenza di un medico è molto aleatoria, e di male in peggio la notte quando l’organico è tagliato del 70% e quindi si ha quasi la certezza di non trovare nessun medico. Per cui quello che quasi sicuramente accadrà sarà un carico di lavoro maggiore sul punto di Fasano che, non essendo stato toccato, fortunatamente, dalla riorganizzazione sarà quello preso d’assalto da tutti coloro che per non rischiare di non trovare il medico andranno direttamente li. Ora La prima domanda, quella più semplice da rivolgere - dice Caroli - all’assessore alla Sanità Palese è: come fa il brindisino che si sente male a sapere se è nella % (percentuale) giusta, quella che gli assicura di trovare un medico al Ppit di Ceglie e Mesagne? Deve affidarsi alla Lotteria della fortuna e sperare che sia così, perdendo magari tempo prezioso per salvare la propria vita? E i sindaci dei Comuni interessati sono stati informati in modo che a loro volta possano avvisare i propri cittadini? Un’assurdità così abnorme da sembrare quasi irreale. E invece - conclude Caroli - è quello che la Regione Puglia riserva alla nostra provincia».

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