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Cattivi odori a Brindisi, per i sindacati: «Lo stop a Versalis? Immotivato»

 
Redazione online

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Brindisi, il sindaco Rossi diffida Versalis e minaccia il fermo dell’impianto

Dopo la decisione del sindaco di fermare l'impianto che produce etilene

Venerdì 22 Maggio 2020, 13:05

16:56

BRINDISI - «La decisione di chiudere gli impianti di Versalis è sbagliata e immotivata, provocherà conseguenze gravissime per i lavoratori e produrrà ingenti danni economici al territorio brindisino, già messo in ginocchio da una crisi ultradecennale e dagli effetti nefasti del Coronavirus. Si mettano da parte ideologie, personalismi e tattiche politiche e si pensi al bene e al futuro della comunità: per una volta prevalga il buonsenso». Lo dichiara la segretaria generale della Femca-Cisl, Nora Garofalo, commentando l'ordinanza sindacale con la quale il primo cittadino di Brindisi, Riccardo Rossi, ha disposto lo stop agli impianti Versalis, che si trovano all’interno del petrolchimico, a causa di presunte 'emissioni odorigene'. In particolare, il sindaco ha ordinato lo stop dell’esercizio dell’impianto di cracking e dell’impianto per la produzione di etilene e propilene con riferimento a tutte le sue sezioni principali.

«Si tratta di una decisione immotivata - sostiene Garofalo - visto che non esiste alcuna documentazione che attesti la riconducibilità di queste emissioni a Versalis. L’impianto, tra l'altro, nei giorni scorsi era stato fermato per consentire di eseguire una manutenzione straordinaria, e sarebbe ripartito nei prossimi giorni. Ma oltre ad essere immotivata è una decisione sbagliata e pericolosa: Versalis, infatti, produce polietilene, che è un elemento fondamentale per il confezionamento in campo farmaceutico ed alimentare, ed è utilizzato in campo medico».

«La decisione del sindaco di Brindisi - secondo Garofalo - avrà ripercussioni pesantissime sui 450 lavoratori di Versalis, che diventano migliaia considerando la filiera e l’indotto. Parliamo di lavoratori che in molti casi hanno già utilizzato tutte le ferie disponibili nel periodo della pandemia, e per i quali l’unica opportunità è il ricorso agli ammortizzatori sociali, con tutte le implicazioni che questo comporta. Migliaia di famiglie, insomma, rischiano di pagare le conseguenze di una decisione assunta sul nulla, senza documenti, in modo arbitrario e ideologico».
Il sindacato chiede al prefetto della città pugliese, «un incontro urgente» e di «intervenire in modo celere e deciso, per evitare che a tutti i danni provocati dal Covid si aggiungano quelli di una politica irresponsabile e poco attenta alla difesa del bene comune».

«Ha dell’incredibile quanto accaduto a Brindisi. Il sindaco Riccardo Rossi ha emesso un atto di sospensione di attività verso il sito Versalis, riconducendo i cattivi odori che si sentivano in città all’impianto del cracking. Sembrerebbe addirittura che gli accertamenti degli enti preposti alle verifiche ambientali non fossero ancora avvenuti prima dell’atto del Sindaco e che l’impianto fosse fermo per manutenzioni». Lo ha dichiarato Luigi Ulgiati, Vice Segretario Generale dell’UGL, in merito alla sospensione delle attività del sito Versalis, società del gruppo Eni, con sede a Brindisi.
«In questi ultimi anni sono stati numerosi gli interventi di ambientalizzazione messi in atto proprio nel petrolchimico: dal termossidatore per migliorare i fluidi di processo, ai misuratori di portata e trasmettitori di pressione e temperatura di ultima generazione, fino all’investimento in fase di cantierizzazione di 25 milioni di euro per la nuova torcia a terra 'smokeless' in grado di abbattere i fumi». «Il ragionamento che andrebbe fatto - aggiunge Ulgiati - non è quello di un ambientalismo ideologizzato, ma di trovare soluzioni che riescano a coniugare il rispetto dell’ambiente con le attività industriali, lo sviluppo economico con le esigenze di tanti giovani in cerca di occupazione». «Siamo fiduciosi - conclude - che la politica locale rappresentata dal Sindaco Rossi, possa avere dei ripensamenti e dare delle risposte concrete. Occorre quindi far ripartire al più presto gli impianti produttivi. Non possiamo permetterci altri disastri economici proprio in questa fase di emergenza Covid-19, in cui a livello territoriale sono ferme centinaia di attività e migliaia di lavoratori sono attualmente in cassa integrazione».

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