A quattro mesi dall’ultimo incontro con il tavolo regionale Sepac, i lavoratori della Minox tornano a farsi sentire, denunciando l’assoluta mancanza di risposte da parte delle istituzioni. «Da allora - spiegano - non abbiamo più avuto notizie né riscontri concreti».
Al tavolo di confronto, ricordano, erano presenti anche Debora Cilento e Domenico De Santis, oggi candidati alle prossime elezioni regionali. Secondo i dipendenti, la Regione Puglia non avrebbe mai chiarito la questione legata all’attivazione della cassa integrazione, un diritto riconosciuto ad altre aziende in difficoltà ma negato alla loro. «Ci è stato tolto ciò che ci spettava – affermano – perché qualcuno ha preferito pensare a comizi e passerelle invece di affrontare i problemi reali dei lavoratori».
La conseguenza, denunciano, è pesante: il 2025 si chiuderà con due stipendi in meno. «È vero – ammettono – che grazie alla famiglia Vender abbiamo potuto riprendere l’attività, ma la Regione, che tanto ci aveva rassicurato, ci ha semplicemente illuso per poi voltarsi dall’altra parte». Le parole dei candidati, poi, suscitano ulteriore rabbia. «A chi, nel pieno del pomeriggio, ha trovato il tempo di diffondere falsi annunci su una presunta soluzione targata Pd – replicano i dipendenti – diciamo di smetterla di usare la nostra storia per fini elettorali. Ci dica invece cosa ha realmente fatto. La risposta è sotto gli occhi di tutti: zero, lo zero cosmico».
Nonostante l’amarezza, i lavoratori non dimenticano la solidarietà ricevuta da alcuni rappresentanti locali del Partito Democratico, che definiscono «vicini nei momenti più duri». Tuttavia, le critiche verso la classe politica restano dure: «Ogni volta che si avvicinano le elezioni, li vediamo comparire per chiedere voti. Poi, una volta ottenuti, lasciano questo territorio nel più totale abbandono».
Come si ricorderà la vicenda affonda le radici in una sentenza del Tribunale di Lamezia Terme che ha disposto la dismissione di una delle filiali aziendali, decisione che ha avuto ripercussioni dirette anche sul sito produttivo pugliese. Un fulmine a ciel sereno per gli operai di Minervino, trovatisi improvvisamente senza lavoro né garanzie sul futuro. La vicenda ha visto per mesi gli operai impegnati in un presidio permanente fuori dello stabilimento, con il supporto di numerose associazioni e della comunità minervinese per richiamare l’attenzione delle istituzioni.
















