Mercoledì 08 Ottobre 2025 | 12:13

La denuncia di Libera Barletta: «Qui famiglie di mala ben radicate nel territorio»

 
Adriano Antonucci

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Adriano Antonucci

La denuncia di Libera Barletta: «Qui famiglie di mala ben radicate nel territorio»

Giorgio Carpagnano: «Spezzare il malaffare si può. Il problema è che non si sta facendo abbastanza»

Sabato 09 Agosto 2025, 13:29

«Descrivere il fenomeno criminale non è screditare Barletta, ma un atto d’amore. Volere bene a questa città vuol dire avere il coraggio di raccontarne anche le contraddizioni e i lati più oscuri. Qui, le famiglie criminali ci sono».

Le parole del referente Libera Barletta, Giorgio Carpagnano, vogliono suonare come una sveglia. Il dibattito sui temi della sicurezza ha acceso l’ultimo consiglio comunale. L’approvazione all’unanimità di una delibera che prevede azioni per la tutela delle giovani generazioni, il contrasto allo spaccio di stupefacenti e la salvaguardia dell’immagine della città ha rappresentato un atto importante che va ad aggiungersi a ciò che è già stato fatto sul tema della sicurezza, così come sottolineato dal sindaco Cosimo Cannito.

Partendo da quanto avvenuto in consiglio ma volendo andare «oltre le provocazioni politiche e le polemiche che purtroppo rischiano di spostare il focus», Carpagnano ha sottolineato come per Libera sia importante ribadire un punto: «dire che informare significhi parlare male della città è una narrazione da cui prendiamo fermamente le distanze».

Partendo da qui, il referente Libera Barletta ha voluto dare una sua lettura dei dati riguardanti la diffusione della criminalità in città. «Libera, fortunatamente - ha dichiarato Carpagnano - accede a report ufficiali – pubblici – anche con un certo anticipo, grazie alla rete nazionale a cui aderiamo. Non siamo tecnici, ci tengo a precisarlo, e non possiamo certo sostituirci alle forze dell’ordine. Il nostro compito è divulgare e sensibilizzare».

Fatta questa premessa, il referente cittadino di Libera ha messo in risalto un aspetto in particolare, quello relativo all’origine di alcuni fenomeni criminosi che il sindaco aveva definito «non autoctoni». «È stata negata - ha sottolineato Carpagnano - la presenza di una mafia autoctona a Barletta e questo non è corretto: famiglie criminali radicate nel territorio ci sono. Barletta, pur essendo una città di confine tra Bari e Foggia, è contraddistinta da dinamiche peculiari. Non spetta a noi descriverle nel dettaglio, ma il nostro ruolo è chiamare la cittadinanza ad aprire gli occhi».

Entrando nel merito, il referente Libera ha posto l’attenzione su presunte situazioni di «spaccio di droga e traffico di armi» che si stanno creando alcune in zone della città, «come il porto», ed ha rimarcato come occorra «parlare con sincerità ai cittadini, senza sconti: solo conoscendo i fenomeni criminali possiamo iniziare a combatterli davvero».

L’approvazione della delibera sulla sicurezza può essere un primo passo, ma, ha aggiunto Carpagnano, «ci auguriamo che non resti tutto sulla carta e che l’amministrazione assolva al compito di mettere i cittadini nelle condizioni di essere cittadini consapevoli e onesti. Lo sport, per esempio, è un veicolo fondamentale e ancora di più lo sono la cultura, l’associazionismo, il riutilizzo dei beni confiscati. Creare contesti virtuosi è possibile. Ma, secondo noi, non si sta facendo abbastanza».

Infine, una riflessione sulla presunta connessione tra la devianza giovanile e serie tv come Gomorra. «Parlare in quei termini rischia di ridimensionare un allarme che esiste davvero. Attribuire la colpa alle serie TV è riduttivo: la criminalità organizzata - ha chiosato Carpagnano - esiste ben prima di Gomorra o di qualsiasi fiction».

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