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Barletta, nuovo scontro su polveri e inquinamento

 
Adriano Antonucci

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Adriano Antonucci

Barletta, nuovo scontro su polveri e inquinamento

foto d'archivio

Contestata l’ubicazione dei rilevatori di metalli pesanti e microinquinanti dell’aria. Mele (FI) attacca l’assessore: spesi 60mila euro per piano inadeguato

Lunedì 10 Febbraio 2025, 13:09

BARLETTA - «Sono stati spesi 60mila euro per un piano inadeguato, esprimo tutte le mie perplessità sulla gestione del monitoraggio della qualità dell’aria e delle deposizioni di polveri». La presidente della commissione consiliare Ambiente Patrizia Mele torna ad attaccare l’assessore Anna Maria Riefolo.

Dopo le considerazioni sulla gestione della vicenda polveri giallastre nella zona industriale, questa volta nel mirino della consigliera forzista c’è la questione deposimetri. Della collocazione degli apparecchi utili a fornire indicazioni sui livelli di concentrazione di metalli pesanti e microinquinanti organici nelle deposizioni atmosferiche si è discusso qualche giorno fa in commissione e già in quella occasione Mele aveva espresso le proprie perplessità, ribadite ora con una nota.

La consigliera forzista ha ricordato come la commissione ambiente avesse intrapreso da due anni «un progetto per il monitoraggio delle deposizioni di polveri, in sinergia con l’ex assessore all’Ambiente fino alle sue dimissioni». Tale iniziativa «mirava a individuare soluzioni strutturate ed economicamente sostenibili per le casse comunali, con particolare attenzione alle aree adiacenti alla zona industriale di via Trani».

La presidente della commissione ha sottolineato come di quella iniziativa non si sia saputo più nulla salvo poi, tra novembre e dicembre, apprendere dai media «della firma di una convenzione tra il comune di Barletta e ARPA Puglia, che prevedeva l’installazione di deposimetri in due siti di campionamento, con un impegno di spesa di circa 60mila euro».

Questa convenzione viene definita da Mele «distante dagli obiettivi preposti e inadeguata a fornire risultati utili e coerenti con le specificità del territorio». Entrando nel dettaglio, la presidente della commissione ha evidenziato come manchi «uno studio preliminare per definire i contenuti della Convenzione e valutarne l’efficacia rispetto agli obiettivi prefissati». Secondo Mele, ne è prova «il fatto che i siti destinati all’installazione dei deposimetri non siano ancora stati individuati».

A tal proposito, Mele ha definito una apparente volontà di «condivisione e partecipazione», che nasconde invece «un modo per giustificare le proprie scelte inopportune», l’iniziativa dell’assessore Riefolo di coinvolgere le associazioni nella scelta dei siti dove collocare gli apparecchi. La presidente ha poi aggiunto che nella convenzione non vi è alcun riferimento ad indagini specifiche «sugli impatti delle industrie insalubri» e che «la ristrettezza del numero di deposimetri previsti e sufficienti per due soli siti di campionamento, con rilevazioni limitate a un mese per ciascuna stagione» porta ad una impostazione «palesemente insufficiente a costruire una mappa rappresentativa dell’inquinamento da polveri».

Evidenziate le criticità, Mele ha rimarcato come sia «inevitabile interrogarsi sulle scelte dell’assessora Riefolo, che ha approvato frettolosamente la Convenzione senza verificarne l’efficacia, dichiarando in Commissione di aver trovato l’accordo già predisposto al momento del suo insediamento e attribuendone la paternità al suo predecessore». Questo, ha concluso la presidente della commissione, «evidenzia la tendenza di Riefolo a schivare le proprie responsabilità politiche».

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