ANDRIA - L’Amministrazione comunale, questo pomeriggio, nel corso di una breve cerimonia concederà la cittadinanza onoraria alla memoria di Paola Clemente, la bracciante originaria del Tarantino morta di fatica e di caldo nelle campagne di Andria 9 anni fa, il 13 luglio 2015. La commemorazione di terrà in Comune e rientra della edizione 2024 del Festival della Legalità che venerdì scorso ha visto la partecipazione di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 a Cinisi, in provincia di Palermo, e Salvatore Attanasio, padre di Luca, ambasciatore italiano in Congo dove è rimasto vittima di un agguato il 22 febbraio 2021. Con Impastato e Attanasio si sono vissuti momenti intensi e di vera riflessione su due figure che hanno sacrificato la propria vita per affermare i principi della legalità.
Questo pomeriggio nel Palazzo di città saranno presenti il marito di Paola Clemente, Stefano Arcuri, il figlio Marco e il sindaco di Crispiano, Luca Lopomo.
Sarà presente anche Loredana Capone membro del Comitato europeo delle regioni e presidente del Consiglio regionale della Puglia dal 26 novembre 2020.
Quella di Paola Clemente è stata una storia che ha fatto emergere tutta la crudeltà del caporalato, a tal punto che la politica ha fatto una legge per regolamentare una piaga ancora non del tutto debellata dalle campagne pugliesi. La legge (199 del 2016) è stata intitolata proprio alla bracciante scomparsa di fatica nelle campagne di Andria. «Ci sono ancora troppe Paola Clemente - ha scritto in una nota il sindaco Giovanna Bruno -. É un modo il nostro per onorare la sua fatica nelle campagne andriesi. È un modo per ribadire il nostro no al caporalato, allo sfruttamento, ad ogni forma di svilimento della dignità umana sui luoghi di lavoro».
LE PAROLE DI STEFANO ARCURI MARITO DI PAOLA CLEMENTE
«È la prima volta. Andria è la prima città che concede a Paola questa onorificenza. A lei sono state dedicate strade, canzoni, e poesie» ma non la cittadinanza onoraria. Lo ha detto Stefano Arcuri, marito di Paola Clemente, la bracciante originaria del Tarantino morta di fatica nelle campagne di Andria il 13 luglio di nove anni fa. Oggi, il Comune di Andria le ha conferito la cittadinanza onoraria nel corso di una cerimonia inserita nel festival della legalità.
«A pensarci bene, quando quel 13 luglio mi hanno detto che mia moglie era morta di infarto non ci potevo credere - ha aggiunto - dovetti fare un esposto in Procura e da lì è nato tutto» perché «è stata fatta l’autopsia».
«Il medico legale aveva scritto che aveva avuto un infarto ma a me sembrava strano. Poi, dopo otto anni, quando il giudice nel corso del processo, ha chiesto ai medici legali di spiegargli l’autopsia è venuto fuori che mia moglie non aveva avuto un infarto ma che era morta di fatica: aveva avuto una asfissia meccanica e non un infarto», ha ricordato Arcuri evidenziando che «il nostro medico legale mi disse che Paola era sana, il cuore era intatto, la vena aorta era pulitissima, non c'erano placche, non c'era niente. Era stata un’asfissia meccanica e non un infarto». «La nostra vita senza Paola è continuata ma lei manca», ha concluso.
«Anche attraverso il conferimento della cittadinanza onoraria in ricordo di Paola Clemente, Andria - ha detto la sindaca Giovanna Bruno - crea un legame forte. Come dicevamo con il marito e con il figlio di Paola, l’idea è che una mamma come lei possa entrare nei cuori e nella mente di tanti ragazzi e far loro comprendere che cosa significhi dover sottostare a delle situazioni di irregolarità».
«L'iniziativa è inserita nell’ambito del festival della legalità perché vogliamo fornire gli strumenti di conoscenza per far capire cosa accade quando non si percorre la via della legalità che può portare a situazioni come quelle che si sono verificate dove purtroppo, a rimetterci non è stato certo chi si muoveva nella illegalità ma chi è stato vittima di illegalità», ha aggiunto Bruno.