CANOSA DI PUGLIA - A tradirlo è stato il forte odore che si sentiva passando vicino all’immobile che aveva trasformato in una serra di canapa. Così, i finanzieri lo hanno scoperto e denunciato. Si tratta di un uomo di 40 anni di Canosa di Puglia, nel nord Barese, che risponde di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Era in possesso, tra piante e infiorescenze, di un quantitativo di droga che, sostengono i militari, se immesso sul mercato avrebbe garantito un introito da 2 milioni e mezzo di euro. Nel capannone, i finanzieri hanno trovato «un articolato sistema di aerazione, un impianto di illuminazione a lampade Uv e umidificatori utilizzati per favorire la crescita delle circe mille piante di cannabis».
Accanto agli arbusti, sono stati trovati in un capannone adibito a essiccatoio, 60 chili di marijuana che erano pronti a essere smerciati. Dalle analisi eseguite dal personale di un laboratorio specializzato è emerso che la droga era del tipo canapa indica «con un valore medio di tetraidrocannabinolo tre volte superiore rispetto il limite massimo consentito dalla normativa per la coltivazione della cosiddetta canapa light», chiarisce la guardia di finanza in una nota in cui si evidenzia le dosi che si sarebbero potute ricavare da infiorescenze e foglie, sarebbero state 250mila.