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Trani, «La baia del gruccione ora rischia di scomparire»: naturalisti sul piede di guerra

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Trani, «La baia del gruccione ora rischia di scomparire»: naturalisti sul piede di guerra

A minacciare l’integrità della baia e la permanenza del gruccione, arriva il progetto da 1.900.000 euro per la difesa del litorale di levante

Lunedì 12 Agosto 2024, 14:28

TRANI - «La Baia del gruccione va valorizzata, non beffata da nuovi abusi». Così, in una lettera-appello, Margherita Magnifico ed Enrico Covelli, attivisti, da anni impegnati nella tutela e promozione di un luogo di grande importanza, dal punto di vista naturalistico e della fauna, situato lungo il litorale di levante.

La baia è un’insenatura sabbiosa con una specie di faraglione. Costituisce un habitat ideale per il gruccione, un uccello variopinto della famiglia Meropidae, che per nidificare cerca ambienti aperti con vegetazione spontanea e cespugliosa, presso corsi fluviali e litorali. Arriva tra aprile e maggio per fare il nido e ripartire ad agosto inoltrato. Si nutre di insetti e depone dalle 5 alle 8 uova, che cova per venti giorni. È lungo fra i 25 e i 29 centimetri ed ha un’apertura alare di ben 40/50 centimetri.

A minacciare l’integrità della baia e la permanenza del gruccione, arriva il progetto da 1.900.000 euro per la difesa del litorale di levante, progressivamente eroso dall’azione del mare a causa della fragilità di una falesia che non riesce più a contenere il moto ondoso. Basti pensare che l’insenatura immediatamente successiva al lungomare Mongelli «è teatro di un progressivo arretramento della linea di costa a causa del fenomeno di frana costante che lì si verifica».

È quanto scrivono i progettisti esecutivi dell’intervento, Intini e Monterisi, dello studio ingegneristico Rotondo, certificando che «l’entità della retrocessione della linea di battigia si può considerare nell’ordine di un millimetro e mezzo l’anno, e tale velocità di erosione, di per sé estremamente preoccupante, potrebbe ancora aumentare con inverni infausti».

In quel punto a strapiombo siamo già nella baia del gruccione, che poi prosegue con un promontorio e una successiva insenatura, gradualmente, fino alla seconda spiaggia. Quella falesia necessita di protezione, ma nella stessa falesia nidifica l’uccello variopinto: da qui la netta opposizione degli attivisti, che chiedono che il progetto del Comune rispetti quell’oasi protetta di fatto.

Gli interventi previsti comprendono «il ripascimento della spiaggia e la stabilizzazione della falesia mediante la realizzazione di un rilevato addossato alla falesia stessa, realizzato con materiale acido di cava con granulometria compresa fra quella dei blocchi e quella delle ghiaie sabbiose» si legge nel progetto. Magnifico e Covelli parlano invece di «una mostruosa gradonata in terra armata su tonnellate di cemento, travi di acciaio e materiale calcareo che occulta la falesia di nidificazione».

Di tutto questo si è parlato recentemente anche in consiglio comunale, a seguito di una interrogazione proposta dal capogruppo di Forza Italia, Pasquale De Toma. «La Baia del gruccione rischia di scomparire», le sue parole. «Non è vero, vogliamo valorizzarla», la replica del vice sindaco ed assessore ai lavori pubblici, Fabrizio Ferrante.

La battaglia degli attivisti sarà particolarmente impegnativa ma, nel frattempo, quel 1.900.000 euro è disponibile già dai primi anni 2000 e resta puntualmente indicato nelle poste del Piano delle opere pubbliche senza che l’opera pubblica sia mai partita. E tutto questo nonostante l’ultima variante del progetto oggi goda di tutti i pareri favorevoli rilasciati nell’apposita conferenza dei servizi. Fra piume colorate e supposto cemento, la sensazione è che il vero problema, di cui nessuno parla, si chiami semplicemente burocrazia.

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