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Trani, forzano le barriere e il passaggio a livello va in tilt

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Trani, forzano le barriere e il passaggio a livello va in tilt

Per tre ore in via De Robertis è caos. Agenti della polizia locale costretti a bloccare pedoni e auto

Giovedì 08 Agosto 2024, 13:52

TRANI - Una barriera di passaggio a livello sollevata di peso per passarci da sotto: una forza muscolare non meglio precisata, ma necessaria e sufficiente per mandare in tilt l’intero sistema e mettere in ginocchio sia la circolazione ferroviaria, sia la mobilità urbana. Così l’altra sera, tra le 19 e le 22, al passaggio al livello di via De Robertis si è vissuto un altro capitolo della storia infinita dei malfunzionamenti dell’impianto, causati non da negligenza di Rete ferroviaria italiana, ma dall’inciviltà di pedoni che non attendono correttamente il transito dei convogli al di qua delle sbarre.

Il passaggio a livello è governato da un sistema di protezione automatica integrativa, detto Paipl, che si attiva al rilevamento di ostacoli e quindi al passaggio di pedoni al di sotto delle sbarre abbassate. Dunque, serve ancora meno per attivare il protocollo di sicurezza e fare rallentare i treni: basta semplicemente che uno, o più di uno, passino con le sbarre abbassate da una parte all’altra, anche senza neanche sfiorare le barriere, e la loro presenza nell’area interessata, rilevata da sensori, comunica ai macchinisti una serie di informazioni che possono arrivare anche ad un sostanziale «Alt»: arrestare la propria marcia e procedere in sicurezza, a passo d’uomo, davanti alle sbarre prima di riprendere velocità dopo che la testa del treno le abbia superate.

L’altra sera, però si è andati persino: infatti, a causa di quella forzatura, le sbarre sono rimaste alzate dopo essersi aperte. A quel punto è dovuta intervenire la Polizia locale, per deviare la circolazione automobilistica e bloccare i pedoni fisicamente i pedoni al momento del transito in sicurezza dei convogli. Quando poi i tecnici di Rete ferroviaria italiana sono giunti sul posto, le sbarre si sono abbassate e così sono rimaste ancora per molto tempo, fino alla riparazione definitiva del guasto.

Pesanti i disagi per la circolazione ferroviaria e i cittadini. Proteste vibrate e spesso irriferibili sul posto, con critiche rivolte soprattutto all’amministrazione comunale, che però è esente da responsabilità poiché non solo la strada ferrata è competenza di Rfi ma addirittura in questo caso, come quasi sempre, la causa del problema è stata l’inciviltà di qualcuno.

Ma sparare sul Comune diventa come farlo sulla Croce rossa pensando al fatto che, ancora oggi, non si ha una data certa con riferimento alla soppressione di quel passaggio a livello. Pure in questo caso, però, non sarà Palazzo di città a doversi fare carico dell’opera, ma una Rfi che ha tutto l’interesse a rimuovere quelle barriere quanto prima, proprio a causa di tutti i problemi che determinano. Tuttavia appare chiaro che non tutte le tessere del mosaico siano al loro posto, e quindi i lavori né solo partiti, né si ha una futura data di inizio.

Al posto del passaggio a livello sorgerà un sottovia veicolare e pedonale, curvilineo e a senso unico, con sbocco in via Togliatti e successiva rotatoria per il ritorno su via Sant’Annibale Maria di Francia. La conferenza dei servizi da tempo si è chiusa favorevolmente all’inizio dell’opera, non ci dovrebbero essere più interferenze per quanto riguarda i sottoservizi, la Soprintendenza già da tempo ha rilasciato i suoi pareri favorevoli, con prescrizioni, per quanto riguarda l’incidenza dell’intervento sulla confinante Villa Bini, ma qualcosa ancora manca per partire.

E nel frattempo l’incivile di turno, che difficilmente legge e si informa, quotidianamente continuerà a determinare malfunzionamenti e pericoli per la pubblica incolumità, in un clima a metà strada tra il malcontento e la paura.

Infatti, quasi sempre i passaggi sotto le sbarre avvengono davanti agli occhi di tantissimi altri pedoni che rispettano le regole, ma nessuno se la sente di richiamare gli incivili: purtroppo, con i tempi che corrono, si temono reazioni scomposte ed aggressioni. Al cronista, che qualche mese fa si era permesso di farlo notare ad un cittadino, questi rispondeva con un da noi edulcorato: «Fatti i fatti tuoi!».

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