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Barletta, orco finisce in cella: «Violenze sulla compagna incinta»

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Barletta, orco finisce in cella: «Violenze sulla compagna incinta»

La donna in attesa di due gemelli costretta a subire rapporti sessuali

Giovedì 25 Aprile 2024, 13:51

BARLETTA - Avrebbe costretto la compagna ad avere rapporti sessuali anche quando era incinta di due gemelli, mettendo perfino in discussione la paternità degli stessi. Le accuse che il pubblico ministero della procura di Trani Lucio Vaira muove nei confronti di un professionista barlettano sono talmente gravi che nei giorni scorsi il gip Ivan Barlafante ne ha disposto la custodia cautelare in carcere.

L’uomo, già sotto processo con l’accusa di aver abusato della figlia avuta dalla ex moglie, risponde dei reati di stalking, maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata.

I fatti risalgono ad un periodo di tempo compreso fra il 2022 e il 2023. Stando alla denuncia della presunta vittima, già prima della gravidanza il rapporto fra i due si sarebbe incrinato. Discussioni continue, dettate spesso da motivi di gelosia. Un giorno, al culmine di una lite, l’indagato l’avrebbe lasciata fuori di casa al freddo fino alle due del mattino. In un’altra occasione, sospettando che la stessa potesse avere una relazione con un collega di lavoro, avrebbe chiamato quest’ultimo nel cuore della notte.

La notizia della gravidanza, purtroppo, non avrebbe migliorato la situazione. Anzi. Nel corso di una visita ginecologica, era emerso come i feti avessero un’età gestazionale di circa una settimana di scarto: quest’affermazione avrebbe insinuato il dubbio di non essere lui il padre, e per questo andò a lamentarsi con i genitori della compagna, aspettandoli sotto la loro abitazione. Una sera d’estate, con la scusa di portare la donna a cena a Polignano, avrebbe fermato la macchina in una zona di sterpaglie per poi violentarla. Gli abusi sessuali sarebbero continuati, nonostante il divieto della ginecologa ad avere rapporti vista la delicata situazione legata alla gravidanza gemellare.

Dopo la nascita dei piccoli, le intemperanze sarebbero continuate. Il giudice scrive che l’uomo sarebbe stato disturbato dai pianti notturni dei bambini, e in almeno tre occasioni avrebbe messo uno di loro in posizione prona, notoriamente sconsigliata dai pediatri nei primi mesi di vita. Dopo che la relazione si era interrotta, avrebbe inoltre cercato di portare via uno dei due neonati, allontanandosi con il piccolo in braccio. Fermato dal suocero, l’uomo avrebbe poi lasciato il bambino sul cofano di un’auto in sosta: fortunatamente il bimbo è stato prontamente preso dalla madre.

Per quanto riguarda la personalità dell’indagato, il gip fa riferimento ad un’assoluta incapacità di autocontrollo, facendo riferimento ad un’indole violenta e vendicativa.

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, il professionista ha totalmente respinto le accuse, offrendo al giudice una ricostruzione dei fatti diametralmente opposta rispetto a quella della presunta vittima. A sostegno di ciò è stata anche depositata relativa documentazione. La difesa, rappresentata dall’avvocato Angelo Scuderi, ha avanzato richiesta di revoca o di attenuazione della misura.

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