ANDRIA - I progetti non sono stati presentati nei tempi stabiliti, pertanto il finanziamento è tornato indietro. Altra tegola sul nuovo ospedale di Andria. Nella giornata di ieri il presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione della Regione Puglia, Fabiano Amati, ha fatto sapere che «è saltato il finanziamento statale di 318 milioni per la realizzazione dei nuovi ospedali di Maglie-Melpignano, Andria e la ristrutturazione del monoblocco degli ospedali riuniti di Foggia». Il motivo? «per il decorso infruttuoso (trenta mesi dalla sottoscrizione dell’accordo di programma) del termine per l’ammissione al finanziamento». In sostanza i finanziamenti per gli ospedali citati sono stati revocati perché non sono stati presentati i progetti entro i 30 mesi dalla sottoscrizione dell’accordo di programma con lo Stato (era il 18 novembre 2020).
I fondi per Andria
Tra quei fondi ci sono i circa 138 milioni di euro per il nuovo ospedale di Andria, di cui 131 a carico dello Stato, cifra che - come è noto - risulta da tempo insufficiente per la realizzazione del nuovo nosocomio in contrada Macchia di Rosa, altro motivo di discussione da mesi. Ma attenzione: i fondi revocati non sono andati perduti, poiché potranno essere riassegnati non appena la Regione Puglia sarà pronta a presentare i progetti utili alla cantierizzazione dei nuovi ospedali.
A margine di questa notizia è partita la bagarre politica. Sempre Amati, consigliere regionale di Azione, ha parlato di «sottovalutazione dei termini di scadenza da parte delle burocrazie sanitarie a tutti i livelli, impegnate a schivare i controlli temporali stringenti della I Commissione o a trovare sempre una giustificazione nuova per farsi assolvere dagli inadempimenti, per cui (alla fine) è sempre colpa degli altri - si legge in una nota -. Solo nell’ambito delle burocrazie, in particolare quelle sanitarie, non si ha la consapevolezza dell’importanza del tempo e delle scadenze, perché alla violazione del proprio dovere non corrisponde mai una responsabilità disciplinare o risarcitoria. Questo atteggiamento, di per sé grave in ogni ambito, assume caratteristiche tragiche nella sanità, perché i nuovi ospedali servono a salvare la vita delle persone, emancipando un’intera Regione da notevoli privazioni di assistenza per inadeguatezza delle strutture. Non c’è giorno in cui non si osservi l’istituzione di un tavolo, di un tavolino o di una cabina di regia, che non servono mai - purtroppo - a coordinare o a far rispettare le scadenze, tanto poi le responsabilità ricadono sui politici, molto spesso addirittura ignari di quanto accade», ha concluso Amati.
Le rassicurazioni
Pronta la risposta da parte dell’assessore alla Sanità della Regione, Rocco Palese: «Non è saltato alcun finanziamento statale per i nuovi ospedali pugliesi, come quello di Andria o di Melpignano. La questione è nota e monitorata dall’assessorato e dalle aziende sanitarie - si legge in una nota a firma di Palese -. Se ne è discusso ampiamente in commissione e la Regione vuole proseguire nel programma di costruzione dei nuovi ospedali, non occorre ricorrere ad annunci allarmistici. I finanziamenti non sono in pericolo e le procedure saranno eventualmente riproposte. Io stesso fui comunque tra i firmatari dell’emendamento che permise la proroga dei finanziamenti per l’ospedale di Monopoli-Fasano, di prossima apertura. Auspico che per non perdere tempo ci sia di nuovo una maggioranza bipartisan per prorogare questi accordi di programma in scadenza, magari in sede di approvazione del Milleproroghe, per non ricorrere alla riproposizione della procedura degli accordi. Osservo però che la disciplina che regolamenta per l’edilizia sanitaria risale al 2001: sarebbe tempo di cambiarla, come sollecitano da tempo tutte le Regioni, in quanto la complessità di progettazione e di realizzazione di opere come i moderni ospedali, con normative di esecuzione che cambiano o con difficoltà progettuali mal si connettono con la normativa e con la necessità di fare presto e bene. Per questo altre opere pubbliche come quelle per il Pnrr hanno procedure più snelle e in tal senso andrebbe modificata la normativa nazionale di finanziamento, come è stato chiesto in conferenza Stato-Regioni».
La salute
Duro l’intervento del gruppo regionale di Fratelli d’Italia: «Inizia bene questo 2024 per la salute dei pugliesi! La dimostrazione di quanto la Regione sia in torto sta proprio nella decisione di aver fatto mettere la faccia solo all’assessore alla Sanità, Rocco Palese. Il presidente Michele Emiliano, invece, la faccia la mette solo quando sta da annunciare o inaugurare qualcosa o quando deve accusare il Governo Meloni per avere soldi, ma poi quando li ha non sa neppure spenderli!».
FdI Puglia ha sintetizzato la vicenda in questi passaggi: «il 18 novembre del 2020 la Regione Puglia aveva sottoscritto, con l’allora Governo, un accordo per la realizzazione delle suddette strutture sanitarie per oltre 335 milioni di euro, dei quali oltre 318 a carico dello Stato. Per accedere al finanziamento, però, è necessario presentare una richiesta di ammissione entro 30 mesi dalla sottoscrizione dell’accordo, vale a dire presentare ai Ministeri della Salute e delle Finanze i progetti pronti per diventare cantieri. La Regione Puglia non è stata in grado di farlo e per questo i due Ministeri sono stati costretti a revocare il finanziamento con decreto, ma abbiamo avuto rassicurazioni - ha concluso FdI Puglia - dal sottosegretario alla Sanità, Marcello Gemmato, che saranno riassegnati non appena la Regione Puglia sarà pronta. Ora come se fosse un gioco dell’oca si riparte dall’inizio: da un nuovo accordo, nella speranza che i progetti siano pronti il prima possibile».
Troppi proclami
In giornata è arrivato anche un comunicato da parte della deputata andriese di FdI, l’on. Mariangela Matera: «Da andriese è dal 2010 che sento proclami e annunci sulla costruzione del nuovo ospedale di Andria, poi nell’estate del 2021 la presentazione del mega progetto a Castel del Monte: a disposizione c’erano già i 138 milioni di euro frutto di un accordo di programma siglato dalla Regione Puglia con l’allora Governo nel novembre del 2020. Una somma certo non sufficiente, visto che già allora si parlava di un ulteriore richiesta di finanziamento, ma la beffa di oggi è che non ci sono neppure quelli iniziali. Il presidente Michele Emiliano non è stato in grado di presentare la domanda di ammissione, entro il termine fissato, al finanziamento al Ministero della Salute e al Ministero delle Finanze e quindi i due ministeri hanno revocato la somma, che rimetteranno a disposizione non appena la Regione sarà pronta. Certo nulla è perso se non la salute dei cittadini della BAT e il tempo, perché ora si dovrà firmare un altro accordo di programma e quindi tempi burocratici che si allungano. È evidente che ci sono grossi problemi nella progettazione, altrimenti la richiesta di finanziamento sarebbe già stata avanzata sulla base di quel progetto presentato due anni e mezzo fa. E allora come cittadino, prima ancora che politico del territorio chiedo che il presidente Emiliano e il sindaco Giovanna Bruno facciano chiarezza pubblicamente e diano un cronoprogramma certo dell’opera. Assumendosi le responsabilità, visto che questa volta la colpa è addebitabile solo alle loro inadempienze», ha concluso Matera.
Fischi per fiaschi
«Ancora una volta il gruppo consiliare di FdI prende fischi per fiaschi: quella che viene definita revoca di un finanziamento da 318 milioni di euro per la realizzazione dei nuovi ospedali di Maglie-Melpignano e Andria e per la ristrutturazione di parte del Policlinico di Foggia, è solo un atto dovuto già previsto dalle regole fissate negli Accordi 2002 e 2008 con il Ministero della Salute». Così il segretario regionale del Pd, Domenico De Santis, e i parlamentari Francesco Boccia, Marco Lacarra, Ubaldo Pagano e Claudio Stefanazzi. «Contrariamente rispetto a quanto dichiarato dai consiglieri meloniani - aggiungono - le risorse finanziarie stanziate per la Regione Puglia non sono mai state messe in discussione, ma restano nella disponibilità della Regione Puglia in quanto già stanziate con leggi di bilancio. Dovrebbe essere noto a tutti che l’accordo concepito nel 2019 e firmato nel 2020 è purtroppo obsoleto nella parte che riguarda il quadro economico, dato che la pandemia Covid, l’aumento delle materie prime e l’aumento dei prezzi dei carburanti condizionano fortemente le voci di spesa e quindi necessita di essere aggiornato con un ulteriore finanziamento che è già stato discusso e approvato».
Conclusione
«Argomenti come la salute, che incide sulla vita dei cittadini in maniera tanto profonda, dovrebbero essere esclusi da una dialettica politica tesa solo a creare allarmismi, ma diventare piano di mobilitazione comune per ottenere sempre più risorse. Saremmo felici se i consiglieri di FdI fossero accanto a noi nelle battaglie sulla sanità, a cominciare dalla ripartizione dei FSC fino al superamento dell’odiosa metodologia di ripartizione del Fondo sanitario nazionale, basata sulla spesa storica, che penalizza le regioni del Sud e che nessuno dell’attuale Governo, del quale il partito dei consiglieri è maggioranza relativa, sembra voler cambiare. Purtroppo i 3,8 miliardi di euro tolti al Fondo per il recupero infrastrutturale nel Sud sono veri e definitivi. Ma su quelli nessuno del Centrodestra dice nulla».
Caracciolo (Pd): «I soldi per gli ospedali di Puglia non sono a rischio»
«Le risorse per il nuovo ospedale di Andria, per quello di Maglie-Melpignano e per la ristrutturazione di parte del policlinico di Foggia non sono in discussione». Così il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Filippo Caracciolo. «Piuttosto che creare inutili allarmismi - afferma Caracciolo - i colleghi di FdI dovrebbero informarsi: quella che viene definita revoca di un finanziamento da 318 milioni di euro è solo un atto dovuto già previsto dalle regole fissate negli Accordi 2002 e 2008 con il Ministero della Salute. Le risorse finanziarie restano nella disponibilità della Regione Puglia poiché già stanziate con leggi di bilancio». «Va detto inoltre - aggiunge - che la pandemia, l’aumento delle materie prime e l’aumento dei prezzi dei carburanti hanno condizionato fortemente le voci di spesa tanto da portare all’approvazione di un ulteriore finanziamento che va ad aggiornare l’accordo raggiunto nel 2019 e firmato nel 2020».